UNO, DUE E TRE: DE LUCA E’ PAPA, DE LUCA E’ RE !!

La verità è una sola, assoluta e deve essere accettata da tutti. Essa già trasvola dal Cervati al litorale domizio, Ischia, Capri, Procida e Nisida comprese: Vincenzo De Luca è papa e Vincenzo De Luca è re! E si candiderà per la terza volta, nonostante il Piddì, per continuare quel lungo periodo di distruzione della sanità pubblica, di appalti secondo il regola-mento ben oleato del “Sistema Salerno”; per fare di Salerno l’ombelico del mondo a dispetto di Napoli, Caserta, Avellino e Benevento.
Il Governatore col lanciafiamme parla, sparlando, del Pd e il Pd cerca di non parlare di De Luca che, però, fa parlare tutti di lui. Accolto – termine familiare (si può dire?) della galassia dem – addirittura a Paestum tra gli imbufal(l)iti, no-vacche (né percore) del deFUnto B. richiamato in vi(s)ta da un ologramma, di Forza Italia che manco la seduta spiritica di Moro, acclamato più che in via del Nazareno. Quella via per la sanità del Nazareno che non può fare a meno di ammettere come De Luca sia stato un buon amministratore, ma che nessuno, da dietro la mascherina, vuole più candidarlo in Campania. In verità, nemmeno altrove. In verità ancora, il diniego per il guappo di cartone era arrivato già prima del Covid che è stato fuoco per il de-partito, da cui Vicienzo è venuto fuori a mo’ di fenice. E la verità vera è che insieme a De Luca senior, nel PD griffato Schlein, non ci sarà posto nemmeno più per Pierino, delfino del padre, assiso a Roma in qualità di capogruppo. Proprio quella Schlein che aveva già tentato di non sistemare Vicienzo per la terza volta, Vicienzo stesso l’ha combinata peggio della sua armocromista di fiducia. “Nel Pd non conta il merito” – tuona Cenzino dal palco della Festa dell’Unità di Napoli – “ma solo la fortuna di appartenere a questa o quella corrente”, tanto che il Pd, ormai, va dove tira il vento! Come una bandiera arcobalenata pacifinta agitata da chiunque. Forte dei suoi consensi che sono trini e tripli nel solo Delucaland rispetto a quelli r-accolti dalla ricca segreteria svizzera nell’intero Stivale, De Luca (si) dice essere uomo libero nonostante le tessere e la qualifica di “cacicco” proveniente dal partito di “cooptati, anime morte che hanno lavorato per anni per creare correnti, e sottocorrenti, gruppi e sottogruppi, del tutto indifferenti al lavoro politico nei territori, alla militanza, al sacrificio”. La cosa più bella(ciao) del pollaio – epiteto riservato al (suo?) partito da De Luca, però, resta la guerra intestina, “civile” e partigiana tra “maleducati, imbecilli e pinguini” che, in nome della democrazia, é pronta anche alla trans-formazione da “partito democratico” a “democrazia partita” .Impediranno costoro al “loro” di candidarsi, mentre il “loro” è pronto a candidarsi proprio in quanto uomo libero, quasi un uomo qualunque, che non ha bisogno certo del consenso di un partito che non ha consenso, comandato da chi a Roma non può contare nemmeno sul voto della madre. Che è sempre certa.
Fatto sta che per ora la legge ad personam che dovrebbe spianare la strada al terzo mandato – ma mandato dove? – o asfaltarlo, ancora non è pronta (sarà stato questo il motivo dell’ospitata alla convention azzurra in terra cilentana?) ma che non dovrebbe essere un problema per chi non ha casa e che, però, deve solo accasarsi. Per muovere guerra al governo centrale, dice De Luca, mica per “amminestrare” la Regione che lui vorrebbe presiedere! Perché il nemico di De Luca resta il governo di Roma, (che poi è pure della Campania) che, se queste sono mosse e premesse del partito di provenienza che vuole la sua defenestrazione, rischia di durare cinque anni. Che crimine grave completare una legislatura! Ma il vero crimine di cui tutti sono colpevoli è che De Luca fa e De Luca disfa, che fa quel vuole e perché ciò che manca a manca, manca pure a destra: a destra non c’è uno che parli come De Luca. E forse al centro l’hanno capito e vogliono centrare l’obiettivo campàno – grazie a cui in tanti càmpano – consci di quel vuoto persino tra i fratelli d’Italia. La “Campania” elettorale è iniziata: tanto Pe’ Di’. Restano dietro le quinte i protagonisti veri: i cittadini, il territorio, le problematiche e le soluzioni su cui bisognerebbe fare luce, ma sui quali è già pronto a calare il sipario.