Riuscira’ il Premier draghi a “prepensionare” il Supermanager Arcuri? (segue l’articolo del 28 febbraio u,s,)

II ^  PARTE

 

Vi domanderete: ma come si fa? Come può un Ente di Stato, pur autorevole e dotato di tutti gli strumenti operativi, tecnici e le risorse umane e professionali più qualificate, occuparsi di tutti i dossier più incandescenti e privi di ogni prospettiva di possibile risoluzione nel campo dei percorsi di riqualificazione  e reindustrializzazione di fabbriche decotte o di aree depresse da riconvertire? Come si può pensare di risolvere contemporaneamente e con la stessa incisività tante crisi aziendali così diverse tra loro e tanto complicate da far tremare i polsi al manager più avveduto?

E’ quello che ci siamo domandati molto spesso anche noi, senza trovare alcuna risposta, se non quella che il Governo, trovandosi troppo spesso alle strette e in “brache di tela” e pressato dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori delle aziende in crisi, preferiva “scaricare” su INVITALIA le proprie competenze primarie e delegare alla  partecipata del MISE la individuazione di improbabili soluzioni al problema occupazionale e di riconversione delle funzioni produttive delle fabbriche in crisi. O, in via subordinata, la individuazione di partners che fossero disposti a subentrare nelle compagini societarie, rilevando le aziende in difficoltà e riavviando le produzioni con il medesimo personale. Percorso sicuramente difficile ma certamente praticabile in tempi ordinari. Quasi impossibili in periodi così bui e disperati di crisi economica come quelli che vive il nostro Paese da oltre un decennio!

In questo scenario già di per se allucinante,  appare quanto meno sconcertante che Arcuri e i suoi collaboratori di Invitalia potessero assumersi anche l’onere di predisporre un progetto così vasto e complesso di risanamento ambientale e bonifica dei suoli dell’ex Polo Siderurgico di Taranto, delineando e programmando, nel contempo, un rilancio produttivo dell’acciaieria in chiave eco-sostenibile. Progetto che dovrebbe tecnicamente salvaguardare la salute dei Tarantini e consentire il mantenimento dei livelli occupazionali delle maestranze. Tutto ciò facendo tra l’altro ricorso a copiosi interventi finanziari diretti dello Stato.

Anche in questo caso nulla di nuovo! Si tratta, sostanzialmente, di replicare oltre 30 anni dopo, quello che fu tentato, inutilmente, a Bagnoli con l’acciaieria Italsider.  E i risultati si vedono e come. E coinvolgono ancora una volta Invitalia e il suo D.G. Arcuri nella sospirata ma mai avviata bonifica dei suoli avvelenati e nella successiva (ma poi quanto e quando successiva?) riqualificazione del comprensorio di Bagnoli-Coroglio. Ma di questo abbiamo già parlato a sufficienza. E anche qui ci aspetteremmo una parola chiarificatrice del Presidente del Consiglio, persona assai esperta di economia e di strumenti reali e operativi per incoraggiarla (l’economia) e rilanciarla adeguatamente. A partire proprio da grandi opere come la riconversione in chiave turistica e ambientale dell’area flegrea che tanto lavoro qualificato potrebbe assicurare in una città agonizzante e con il tasso di disoccupazione più alto d’Europa. E così come stentano i progetti per Bagnoli, analogamente rimangono fermi e imbrigliati in tante contraddizioni politiche, opzioni e visioni divergenti, anche i progetti per l’acciaieria di Taranto. Con tanti saluti alla celerità ed efficacia dei nuovi scenari promessi!

 

 

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Ma torniamo ad Arcuri e alle sue molteplici e variegate attività professionali. Lungi da noi discutere le sue capacità manageriali nelle materie che abbiamo analizzato precedentemente. Semmai, (cosa che abbiamo provato a fare)  stigmatizzare questa tendenza accentratrice ad occuparsi di tutto lo scibile umano, scontando poi ritardi prevedibili e colpevoli. Questo sì, dobbiamo farlo, poiché é nostro dovere di cronisti e commentatori della politica nostrana. Come ad esempio e senza dilungarci troppo, non possiamo tacere la sostanziale “scivolata” o, se volete, la incomprensibile decisione del Governo Conte di nominare il manager più quotato in materia di “Sviluppo industriale e  politiche di attrazione di investimenti esteri”, nel ruolo di “Commissario Straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento dell’emergenza  epidemiologica da Covid 19”.

Una grave leggerezza in salsa cinque stelle che ha posto nelle posizioni decisionali più delicate in materia sanitaria un manager con competenze assai lontane e poco compatibili con  valutazioni e scelte squisitamente scientifiche di natura prevalentemente epidemiologiche.  Scelte operative che andavano assunte con approccio diverso e professionalità adeguata. Avremmo evitato gli errori sull’approvvigionamento dei vaccini anti-covid; la mancanza assoluta di una politica tutta italiana nella produzione dei vaccini e nell’analisi dei fabbisogni nazionali del farmaco; l’inutile sperpero di danaro pubblico per l’acquisto dei banchi a rotelle per gli istituti scolastici (e tutti noi sappiamo che fine hanno fatto), piuttosto che l’acquisto delle tenso-strutture denominate “Progetto Margherite” per ospitare nelle piazze delle nostre città i centri vaccinali mobili che, per fortuna ,sembrano essere state accantonate sul nascere. Tutto questo senza considerare le polemiche di queste ultime settimane in ordine al costo pattuito dalla struttura commissariale per le mascherine chirurgiche acquistate in Cina. Materia che é all’attenzione della Autorità Giudiziaria e sulla quale non vogliamo, ne possiamo soffermarci.

Uno scivolone tutto rosso-giallo; una scelta discutibile che ha prodotto i suoi pur prevedibili danni e dilatato i tempi di operatività e di intervento sanitario in una circostanza troppo seria e drammatica come una epidemia virale così perniciosa e per molti versi ancora sconosciuta. Un errore clamoroso cui va posto rimedio nel più breve tempo possibile.

E’ quanto ci sentiamo di chiedere a gran voce al Presidente del Consiglio Draghi. Tanto per dare finalmente qualche segnale concreto di discontinuità con il Governo precedente e recuperare il tempo perduto in tema di tutela della salute di tutto il popolo italiano.

 

ULTIM’ORA : Mentre pubblichiamo questo articolo sulle pagine di Campo Sud (seconda parte di un primo articolo pubblicato nell’edizione del 28 febbraio scorso) apprendiamo che il Governo Draghi ha nominato un nuovo “Commissario Straordinario per l’attuazione delle misure di contenimento dell’emergenza da Covid 19” nella persona del Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, Comandante del Settore Logistico dell’Esercito.