LA CITTA’ IN PREDA AI SOLITI AFFANNI E IL SINDACO SI CROGIOLA CON UNA SUFFICIENZA AUTOCELEBRATIVA!

Solo una decina di giorni fà il Sindaco di Napoli Manfredi ha “celebrato” i suoi primi due anni di mandato come primo cittadino alla guida di una ulteriore maggioranza politica di sinistra (l’ennesima in poco meno di 40 anni di gestione incontrastata, con il PD egemone continuativamente per oltre 20 anni! Basti ricordare i due mandati Bassoliniani e i due del sindaco Iervolino).

Ebbene il “nostro” Sindaco ha avuto l’ardire di dichiararsi soddisfatto di come la città si sia “rialzata” in questo pur breve periodo del suo mandato. Vantandosi di aver “aggiustato” adeguatamente il bilancio comunale. Ma dimenticando che questa possibilità di abbattere parte del disastroso debito accumulato dai suoi predecessori ed amici di partito (oltre 5 Miliardi di Euro!) si é potuta concretizzare solo grazie al Governo nazionale con la stipula del cosiddetto Patto per Napoli che, responsabilmente e con grande spirito di collaborazione Istituzionale, ha di fatto evitato l’onta del fallimento dell’Amministrazione Comunale della più grande città del Mezzogiorno. E probabilmente ha dimenticato pure che i denari per le diverse opere pubbliche da realizzare in città nei prossimi anni e di cui si vanta Manfredi nel suo immaginifico discorso celebrativo di questi giorni, provengono dalle risorse assegnate dal Governo ai Comuni, in virtù dei progetti del PNRR finanziati dalla Comunità Europea. Quindi, ancora una volta piovuti dal cielo. Come nel caso di Palazzo Fuga che verrà recuperato con fondi del Ministero della Cultura, oltre ai cospicui finanziamenti del PNRR. Con la speranza che non siano dilapidati o parzialmente spesi o, peggio ancora, mal spesi. Tenendo conto che queste opere pubbliche vanno verificate e rendicontate in maniera molto stringente dalle Commissioni di verifica dei tecnici U.E. e concluse in tempi molto ristretti. E qui casca l’asino, per la carenza di tecnici comunali abilitati e la ridotta capacità operativa della macchina amministrativa di Palazzo San Giacomo.

E il Sindaco non ha parlato sufficientemente neppure del fatto, assolutamente non trascurabile, dell’aumento decretato dall’Amministrazione, delle tasse comunali dal prossimo gennaio 2024: dall’IRPEF alla TARI, alla COSAP ed altre amenità. Con nuovi sacrifici da richiedere ai residenti, a fronte di servizi che nella migliore delle ipotesi sono sempre gli stessi. Il che é semplicemente deprimente, per usare un eufemismo. Si é poi soffermato sul patrimonio immobiliare dell’Ente, riconoscendo che senza l’aiuto qualificato della Società INVIMIT di proprietà del MEF, cioè dello Stato, non avrebbe potuto mettere in campo programmi di vendita di cespiti comunali per far cassa e abbattere il debito “da urlo”, ma affermando impropriamente che finalmente anche le abitazioni di edilizia residenziale di proprietà comunale potranno essere vendute ai legittimi assegnatari  (case popolari, per intenderci) grazie ad un nuovo regolamento comunale recentemente approvato che impone la vendita dei cespiti ai soli assegnatari legittimi. Con ciò dimenticando che sono le Leggi Statali e Regionali che regolano da oltre 60 anni la vendita degli alloggi ERP e che in nessun caso gli alloggi possono essere venduti a soggetti diversi dagli assegnatari legittimi e originari o loro conviventi. Con ciò denotando anche una profonda ignoranza sulla materia e l’inutilità di provvedimenti di Giunta pleonastici che hanno soltanto ritardato per anni la alienazione dei cespiti agli aventi diritto, non avendo più possibilità di conoscere o distinguere i nuclei familiari con assegnazioni legittime dai nuclei familiari abusivi, non avendo mai contrastato adeguatamente il fenomeno scellerato delle occupazioni abusive.

Ma al di la delle valutazioni espresse dal Sindaco in occasione dei due anni di mandato, noi vorremmo soffermarci sulle cose non dette dal Sindaco. Sulle criticità antiche e recenti cui non si é fatto nulla sin ora e di cui non si discute nemmeno più.  Pensiamo alle condizioni dei parchi verdi della città, chiusi, inagibili o fortemente degradati in ogni quartiere. La piantumazione di nuove essenze arboree in luogo degli alberi abbattuti in viale Virgilio a Posillipo o al Parco della Rimembranza. Argomento sul quale si é tanto discusso sin quando poi é passato letteralmente “di moda” nel dibattito pubblico. Comprese anche le denunzie dei giornali locali. Giornali che pure offrono un risalto ed una ribalta da prima donna al Sindaco che, autonomamente e “modestamente”, si é attribuito solo un “6 politico” per questi due anni di governo.

E vogliamo continuare nel citare le “cose non dette” da Manfredi. Come ad esempio lo scempio dei trasporti napoletani. Vogliamo parlare della necessità di acquisto o “rigenerazione” di nuovi treni per la linea 1 dopo trent’anni di esercizio della linea ferroviaria. Siamo al paradosso che devono essere comprati nuovi treni prima ancora che i lavori della Metropolitana di Napoli siano terminati completamente. E tenuto conto che la prima pietra della linea 1 fu posta nel Luglio del 1970 in Piazza Vanvitelli, traetene voi lettori le dovute considerazioni e valutazioni sul buon governo e l’efficienza delle Sinistre nostrane. Tutto ciò senza nulla dire dei disservizi continui e dell’impiego sottodimensionato di questa linea Metro n°1 creata, almeno sulla carta, per numero di convogli in esercizio almeno doppi rispetto all’attualità.

Potremo soffermarci poi sullo scempio della Linea 6. Quella linea ferroviaria “leggera” meglio conosciuta come ex LTR (Linea Tranviaria Rapida) che avrebbe dovuto collegare inizialmente Fuorigrotta con Ponticelli. Opera finanziata grazie ai lavori per Italia 90, mai entrata in funzione e recuperata, con un percorso molto ridimensionato, da Via Marina a Fuorigrotta in virtù di una iniziativa dell’Amministrazione Bassolino che tutt’ora stenta a decollare. Anzi, diremmo senza tema di smentite, che ancor oggi assorbe milioni di Euro solo per tentare di “conservare” o preservare dal degrado le strutture ferroviarie in superficie già concluse, ma altrettanto fuori uso. Eppure il Presidente del Consiglio dell’epoca (era il 13 gennaio 2007) Romano Prodi venne ad inaugurare il primo tratto di questa linea ferroviaria urbana da Fuorigrotta a Mergellina (Soli 2 km di binari) in pieno clima da “pompa magna”. Ossessionati come erano, Governo centrale e Amministrazioni locali di sinistra, dalle famose (per non dire tragiche) manifestazioni inaugurative che si  celebravano in continuazione anche su opere pubbliche incomplete o in via di dismissione o già varie volte inaugurate.

Durò ben poco quella linea ferroviaria, soprattutto perché non la usava nessuno causa un tragitto troppo breve e comunque assicurato già adeguatamente dalla vecchia linea della Metropolitana (quella del ventennio per intenderci) e dalla ferrovia Cumana. Ma soprattutto per i costi di gestione troppo elevati per un volume di traffico passeggeri inconsistente. Dalla sospensione del servizio al degrado totale e progressivo delle stazioni (tre impianti in superficie in un chilometro: Mostra-Università ingegneria ; Via Veniero-Viale Augusto; Piazza Lala-Fuorigrotta) il passo fu davvero breve. Ed oggi si dovranno considerare anche queste risorse per i lavori di recupero funzionale, nella ipotesi di attivazione completa della linea ferroviaria. Ciò comunque al netto dei treni ormai obsoleti, del materiale rotabile da sostituire per il mancato funzionamento, il deposito per i treni e la manutenzione delle vetture ferroviarie ancora in via di costruzione nell’area dello scalo merci delle FFSS di Via Campegna.

E scusate se é poco!

Noi di Campo Sud potremmo scrivere e descrivere ancora a lungo i disservizi  e le “disattenzioni” del Sindaco e della sua giunta. Per esempio potremmo parlare della chiusura ormai biblica di talune funicolari cittadine. Ma lasciamo a chi legge le considerazioni sul voto di sufficienza che si é auto attribuito il nostro ex Rettore nella certezza che il poverino, inconsapevolmente, é forse ancora convinto di trovarsi tra i banchi universitari con i suoi studenti. Mentre governare una città é tutt’altra cosa e richiede ben altre doti. A partire dalla conoscenza profonda della città e dei suoi problemi irrisolti. E anche qui vengono fuori le lacune.