Carenza di materie prime e crisi energetica: NUCLEARE, UNA OPZIONE DA RICONSIDERARE ???

Dal web riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento sull’attuale crisi energetica, al fine di stimolare e intavolare un dibattito sul nostro quotidiano in ordine a una eventuale opzione energetica che tenga conto anche della ipotesi, sempre più accreditata, di un nuovo impiego dell’energia nucleare di nuova generazione nel nostro Paese

La redazione di Campo Sud.

 

 

Il risveglio dopo la lunga chiusura per la pandemia ha posto l’economia Italiana di fronte a una dura realtà. Il ritardo nell’ approvvigionamento delle materie prime: manca un po’ di tutto, dal legname alla plastica, alla carta, al silicio, ai semiconduttori ecc. , con l’offerta che non riesce a soddisfare la domanda, crea una grossa sofferenza all’imprenditoria. Alla carenza di materie prime si aggiungono gli enormi aumenti di prezzo che stanno interessando soprattutto le materie energetiche coinvolgendo imprenditori e famiglie, queste ultime alle prese con il caro bollette.

Il gas naturale, che tira la corsa dei rincari, registra un enorme più 720 per cento, il petrolio marca il 13% in più, il rame più 57%, il cotone segna un più 58%, solo per fare qualche esempio, con un forte impatto sui costi dei trasporti e sull’industria manifatturiera, ceramica, abbigliamento, alimentari ecc. La situazione è insostenibile e rischia di esplodere.

In questo contesto la decisione di calmierare i prezzi e di immettere sul mercato anche le scorte è l’unica attuabile e va bene oggi, ma domani? Occorrono decisioni immediate, mirate alla soluzione dei problemi senza giri di valzer e spreco di denaro. Le soluzioni non sono molte. Puntare sulle rinnovabili sarebbe auspicabile, ma quanto è possibile contarci? Finora hanno costituito solo un valido supporto energetico.

Utilizzate per il riscaldamento e la climatizzazione degli ambienti, per i trasporti e l’agricoltura, non soddisfano però il fabbisogno nazionale.

Dopo la chiusura delle centrali nucleari, l’Italia, per sopperire al proprio bisogno energetico è costretta ad acquistare dalle centrali europee, per lo più dalla Francia e dalla Slovenia, energia nucleare per almeno un terzo del fabbisogno nazionale, un po’ come il cane che si morde la coda, una scelta dissennata effettuata senza avere tra le mani un’alternativa consistente. Le perplessità scaturite dai disastri di Chernobyl e di Fukushima sono più che fondate, ma l’Italia è “immersa” tra le centrali nucleari di Francia, Svizzera, Germania, Slovenia, Spagna, Belgio ecc. ecc. e un eventuale disastro radioattivo non ci risparmierebbe da una disastrosa contaminazione. E poi ci sono le scorie, un problema enorme, tutt’oggi in cerca di soluzione.

In materia energetica siamo in ritardo di almeno 20 anni, purtroppo è mancata la lungimiranza. Ora non c’è tempo da perdere se non si vuole andare verso il disastro economico. Pur conoscendo bene la miopia dei nostri legislatori, ci aspettiamo almeno capacità di decisione e concretezza, scelte effettuate in base alle esigenze e alle disponibilità reali senza lasciarsi fuorviare dal mal di pancia degli uni o dagli interessi degli altri.

Anna Zolla

Responsabile del Dipartimento Politiche energetiche e sensibilità sociali Movimento Sociale Fiamma Tricolore.