VICENZA ORO: 70 anni di marketing, quello che manca al sud Italia!

 

VicenzaOro, la 70ma edizione, supera ogni più ottimistica attesa. L’evento targato Italian Exhibition Group ha chiuso con un aumento del 3% di presenze superando l’edizione dei record dello scorso anno. << Anche per questa edizione – recita il comunicato ufficiale – sei visitatori su dieci provengono dall’estero: l’industry mondiale del gioiello ha scelto :Vicenza sarà il  fulcro per il mercato per i prossimi 70 anni>> Ovviamente il problema risiede in altro, non certo in queste trovate di marketing comunicativo.

Ma anche sul versante cambio generazionale e formazione, pare che Vicenza abbia qualche marcia in più: << Oro e gioielli vedono ripristinarsi il ricambio generazionale nel mercato del lavoro: industry e formazione si incontrano a Vicenzaoro: 23 le scuole in Fiera, prevalentemente da Italia e da Francia, Germania e U.K. per circa 750 tra studenti e accompagnatori, coinvolti in tutte le numerose iniziative>>.

CNA Orafi Campania è pienamente soddisfatta per i risultati di VicenzaOro – esordisce Romualdo Pettorino, presidente regionale degli orafi di CNA -iniziativa che è riuscita in 70 anni di fiera a mettere al centro le produzioni ed il loro grande pregio il tutto corredato da un marketing capillare ed ampiamente foraggiato da investimenti pubblici e privati tanto da garantire il risultato finale. E dopo 7 decenni, ci ritroviamo una fiera internazionale a respiro universale, capace di calamitare l’attenzione di migliaia di buyers e soprattutto l’interesse dei giovani sempre più attratti dal settore”. “Quindi – ha poi completato il noto gemmologo – il grande business e la sicurezza di un cambio generazionale. Cosa volere di più?”.

La parola marketing è divenuta la pietra di paragone tra le varie realtà italiane che però hanno percorsi diversi. In questo senso il presidente Pettorino ha evidenziato: “ VicenzaOro, 70 anni di marketing; Napoli, 900 anni di storia, tradizioni e cultura dell’oreficeria. Cosa le divide? Google map, è ovvio, è lampante. Il problema a Sud del Paese non è la grande tradizione, l’arte, il genio o le lavorazioni. Il guaio, più che il problema, è l’assenza totale di strategie, di sinergie, quelle reali, nel silenzio di istituzioni e politica che considerano l’area geografica solo un grande bacino elettorale. Nonostante la nostra grande tradizione, il know how, l’essere annoverati  nell’eccellenza del made in Italy, abbiamo molto da imparare in quanto a managerialità e imprenditorialità. Sono questi concetti che nel Mezzogiorno non entrano, ognuno è un isola a se, e persino i giovani e la formazione che potremmo garantire loro, scappa altrove”. Il presidente Pettorino ha poi concluso: “ Senza una comunione di intenti ed una strategia comune che ci permetta di fare rete nell’affrontare le sfide dei mercati nazionali ed internazionali, non riusciremo mai a fare il salto di qualità. Questo salto Vicenza già l’ha compiuto.”