Salvini: la crisi per sfuggire alla trappola contro l’Italia

La crisi provocata da Matteo Salvini è una scelta obbligata quanto l’unica percorribile nonché ponderata.
Il Vicepremier e Ministro dell’Interno, dopo aver incassato i “tanti no” dai cofirmatari del contratto di governo, passando per i molteplici bastoni messi tra le gambe atti solo a screditare il suo operato che ha acuito sempre più le distanze tra loro, si è visto sempre più isolato dopo il voto (decisivo) ad Ursula Van der Leyen alla detenzione del potere Ue nonché dal silenzio (eloquente) sulla vicenda Rubligate

Ai danni di quest’ultimo è stata ordita una vera e propria trappola. Politica. Mediatica. Giudiziaria. A livello europeo. Perché Salvini non è controllabile, non ha un “burattinaio” che il Superpotere può controllare (Giorgetti è fedele e lealE nei confronti di Salvini) ed il suo consenso è cresciuto in maniera esponenziale e inversamente proporzionale nel tempo.

Crisi scatenata a ridosso del Ferragosto, con cronisti impreparati costretti a rincorrere la notizia e lui che richiama i parlamentari “a lavorare” in un periodo in cui tutti sono in ferie. In questo momento Salvini ha tutti contro: ha contro Grillo che salì sul Britannia e deve riconoscenza a quell’establishment, ha contro anche Renzi, a cui quegli stessi ambienti hanno fatto la promessa di dargli una (altra) chance per tornare in campo, se riuscirà a evitare le elezioni e Zingaretti è un altro agnello sacrificale, come Salvini.

La partita è ancora apertissima se si tiene conto che Mattarella è notoriamente contrario alle elezioni anticipate e l’espediente decisivo per evitarle è quello architettato da Di Maio: taglio dei parlamentari che richiederebbe un iter di almeno 8 mesi e quindi comporterebbe la costituzione di un governo “istituzionale” il cui candidato naturale sembrerebbe essere Giuseppe Conte. Se, invece, lo spread (?) dovesse precipitare, potrebbe emergere un governo più “tecnico”, fatalmente affidato a Mario Draghi: a quel punto il governo durerebbe ben più di 8 mesi, dopodiché Draghi finirebbe al Quirinale: prima premier e poi presidente, come l’altro “banchiere” centrale Carlo Azeglio Ciampi.
Che già “manovrano” spread, esercizio provvisorio e Iva al 25%. Ed in tale contesto si deve ancOra esprimere il candidato alla carica di commissario europeo per l’Italia.

C’è puzza di finti salvatori della Patria: inciucio Pd-5Stelle, accordo interno Renzi-Zingaretti ed ipotesi di coinvolgimento di Draghi per “indebolire” Berlusconi visto l’avvicinamento delle ultime ore al naturale alleato.
La sola via d’uscita (vincente) sembra dunque essere quella intrapresa da Salvini: battere tutti sul tempo. E che tutti siano stati colti di sorpresa lo testimoniano il silenzio di Francia e Germania.
Questo è il piano di Salvini per la salvezza della Nazione. Solo gli Italiani se vogliono “salvarsi” debbono “salvare” il capitano che il potere Ue vuole “morto”. E i servitori nostrani, da Grillo a Renzi, sono pronti a servirlo su un piatto d’argento.