Finalmente “quota 100”

Una riforma che rende giustizia alle “vittime” della Fornero.

Con oggi, primo Agosto, finalmente si apre la “finestra” prevista per i dipendenti pubblici che hanno aderito alla pensione anticipata con la ormai fatidica “Quota 100” (con requisiti minimi di 38 anni di contributi pensionistici versati e 62 anni di età).  Un numero ragguardevole di lavoratori del Pubblico Impiego che solo in Campania annovera oltre 15 mila nuovi pensionati INPS.  Numero suscettibile di congruo aumento se, al calcolo, si aggiungono i lavoratori che raggiungono la pensione con i requisiti ordinari della Legge Fornero (requisiti minimi 42 anni e 10 mesi di servizio per gli uomini. 1 anno in meno per le donne).

Quota 100, cavallo di battaglia del governo Giallo-Verde, rende giustizia e restituisce credibilità nelle Istituzioni per quanti si erano visti allungare e non di poco, la loro permanenza alle dipendenze del proprio Ente (pubblico o privato che fosse) per effetto della riforma delle pensioni del Governo Monti del 2011, che prende il nome della Professoressa Torinese Elsa Fornero, divenuta tristemente nota per i pianti e la commozione che non riusciva a trattenere in TV, mentre annunciava ai giornalisti il contenuto del suo progetto di riforma per l’innalzamento dell’età pensionabile.

Una riforma che si è tradotta in una sciagura non soltanto per i lavoratori colpiti dal provvedimento, ma soprattutto per la funzionalità ed efficienza degli Enti Pubblici, in ogni parte d’Italia. La odiosa concomitanza tra l’elevazione dell’età pensionabile e il blocco delle assunzioni nel Comparto Pubblico, infatti, ha prodotto dal 2011 ai giorni nostri, un invecchiamento progressivo della platea dei lavoratori in servizio; uno scadimento evidente della qualità dei servizi erogati all’utenza; la cancellazione o la graduale sospensione di attività fondamentali delle Pubbliche Amministrazioni, a livello centrale come negli Enti Locali. Basti pensare alle attività di assistenza sanitaria domiciliare non più’ erogate dalle ASL o, piuttosto, ai servizi socio-assistenziali dei Comuni o alle tante altre attività di Istituto della P.A. che, da tempo, ha alzato bandiera bianca per la grave carenza di personale specializzato nei propri organici.

Sacrifici inutili e dolorosi quelli imposti dal Governo Monti ai lavoratori dipendenti (tanto per rimanere in linea con i governi del rigore e delle tasse di “sinistra memoria”) che non hanno prodotto risultati significativi in termini di superamento dell’attuale e interminabile crisi in cui si dibatte il nostro Paese, nonostante le misure di “lacrime e sangue” adottate nel 2011. Misure, tra l’altro, oltremodo depressive per l’economia, con una paurosa stagnazione prodotta da blocco del TURN OVER  e conseguente fuga inarrestabile dei nostri giovani verso altri paesi Europei o verso gli USA e il Canada.

In questo contesto il Provvedimento governativo di Quota 100 mira ad agevolare il ricambio generazionale e, di fatto, determinare occupazione giovanile.

 Come prevedibile, i detrattori del Governo han fatto le pulci al Decreto Legge, sostenendo erroneamente, che non ci sarebbe stata nessuna nuova assunzione nelle PP.AA. in virtù del blocco delle assunzioni in vigore, almeno, sino al 30 Novembre del 2019. E che si sarebbe creato caos negli Uffici Pubblici a causa dei pensionamenti prodotti da Quota 100. Caos e disservizi che si sarebbero protratti per almeno 2 o 3 anni ancora. Cioè il tempo necessario per bandire nuovi concorsi ed effettuare tutte le procedure necessarie per le nuove assunzioni, secondo le normative vigenti. Nulla di più falso!! Il Governo giallo-verde, nell’Articolo 14 Comma 10 del Decreto su Quota 100, in previsione del massiccio pre-pensionamento, sanciva sostanzialmente il superamento del blocco delle assunzioni per le Regioni, i Comuni Italiani, tutti gli altri Enti Locali Territoriali, le ASL di tutte le Regioni e, non ultimi, alcuni Ministeri particolarmente carenti di organici quali il Ministero della Giustizia, il Ministero dei Beni Culturali, Il Ministero dell’Istruzione.

A questi Enti Territoriali e Ministeri il Governo ha concesso la possibilità di bandire immediatamente nuovi concorsi senza attendere la fine del 2019, ma ancora e più efficacemente, si è data possibilità di assumere immediatamente nuovo personale facendo ricorso alle graduatorie degli idonei di precedenti concorsi pubblici e immettendo in ruolo migliaia di giovani che rimanevano ancora in attesa del superamento del blocco delle assunzioni sancito dai precedenti governi.

Va tuttavia segnalato che non tutti gli Enti Locali hanno colto immediatamente la opportunità che veniva loro conferita, soprattutto nel nostro Mezzogiorno. Pochi infatti sono stati i Comuni che si sono attivati per tempo nel predisporre nuovi concorsi o che han provveduto allo scorrimento di eventuali concorsi ancora in itinere. Tra questi spicca per “solerzia ed efficienza” il Comune di Napoli, che solo in queste ore e con imperdonabile ritardo (le autorizzazioni alle assunzioni per gli Enti Locali risalgono al Febbraio 2019).

Si sta ponendo il problema di coprire i vuoti di organico che si produrranno, inevitabilmente, da questa mattina. Ma, nel frattempo, il Sindaco De Magistris, chiude e accorpa diverse sedi delle Municipalità per carenza di personale. Un bel risultato, non c’è che dire, in termini di efficienza e di efficace programmazione!