DAL DIRITTO AL DELITTO : LA TRISTE STORIA DELL’ABORTO IN COSTITUZIONE NELLA FRANCIA PROGRESSISTA.

Side view close-up of pregnant woman touching her belly. Pregnancy health & wellbeing concept.

Dal nostro amico e lettore, Prof. Lazzaro Maria Celli, riceviamo e volentieri pubblichiamo un approfondimento sulla discutibile vicenda dell’inserimento nella Carta Costituzionale della Repubblica Francese del diritto all’aborto per le donne transalpine.

 

È ormai acclarato. La biologia lo dimostra. Studi pubblicati su riviste mediche specializzate provano che la vita nasce da un disegno intelligente, altro che caso.
Fin dal primo zigote c’è uno scambio d’informazioni tra l’essere umano racchiuso in quella cellula e la madre. Tra madre e figlio, infatti, c’è un susseguirsi di reazione chimiche mediante cui comunicano; ciò fa sì che l’annidamento non avviene in un punto qualsiasi dell’utero, ma nel luogo in cui ha più possibilità di sopravvivenza.
Eppure, per una maledetta forzatura ideologica, continuiamo a considerare quell’essere umano un grumo di cellule.
Se ripercorriamo la storia dell’aborto e il ruolo usato dai media, raccogliamo resoconti di bugie, di menzogne. I giornali italiani gonfiarono volutamente i dati degli aborti clandestini in modo da far credere che le dimensioni del fenomeno sommerso fossero notevoli. Ci fu pure un anno in cui i numeri degli aborti superarono quelli delle nascite.
La strada spianata alla 194 ha questi retroscena, però nessuno se ne ricorda.
Siamo ingannati e continuiamo ad esserlo, prigionieri di un’ideologia neo-giacobina che è entrata nei sottostrati della nostra coscienza, fino a convincerci che ci può essere il diritto all’omicidio dell’essere umano più indifeso: il bambino.
E come se non bastasse la Francia celebra come una conquista l’omicidio di Stato, introducendolo finanche nella propria Costituzione.
Siamo in perfetta continuità storica tra quella che fu l’alba della Rivoluzione francese con i tempi moderni. Liberté, egualité, fraternité. Belle parole, ma hanno nascosto i più efferati delitti della storia.
Oggi al bambino è negata la libertà di nascere; la sua vita non è considerata uguale a quelle degli adulti e quanto alla fraternità è violata dall’omicidio.
E questa sarebbe civiltà?
Caro Macron, sei un uomo del sistema globalista, hai fatto un buon lavoro, sei stato fedele agli obiettivi del WEF, ti puoi ritirare, ma sulla Francia non hai certo attirato la benedizione di Dio.
E comunque, anche se la questione da questo punto di vista non ti interessa, sappi almeno che una Nazione che si fonda su leggi fratricide non è destinata ad avere una lunga vita.
È ormai acclarato. La biologia lo dimostra. Studi pubblicati su riviste mediche specializzate provano che la vita nasce da un disegno intelligente, altro che caso.
Fin dal primo zigote c’è uno scambio d’informazioni tra l’essere umano racchiuso in quella cellula e la madre. Tra madre e figlio, infatti, c’è un susseguirsi di reazione chimiche mediante cui comunicano; ciò fa sì che l’annidamento non avviene in un punto qualsiasi dell’utero, ma nel luogo in cui ha più possibilità di sopravvivenza.
Eppure, per una maledetta forzatura ideologica, continuiamo a considerare quell’essere umano un grumo di cellule.
Se ripercorriamo la storia dell’aborto e il ruolo usato dai media, raccogliamo resoconti di bugie, di menzogne. I giornali italiani gonfiarono volutamente i dati degli aborti clandestini in modo da far credere che le dimensioni del fenomeno sommerso fossero notevoli. Ci fu pure un anno in cui i numeri degli aborti superarono quelli delle nascite.
La strada spianata alla 194 ha questi retroscena, però nessuno se ne ricorda.
Siamo ingannati e continuiamo ad esserlo, prigionieri di un’ideologia neo-giacobina che è entrata nel substrato della nostra coscienza, fino a convincerci che ci può essere il diritto all’omicidio dell’essere umano più indifeso: il bambino.
E come se non bastasse la Francia celebra come una conquista l’omicidio di Stato, introducendolo finanche nella propria Costituzione.
Siamo in perfetta continuità storica tra quella che fu l’alba della Rivoluzione francese con i tempi moderni. Liberté, egualité, fraternité. Belle parole, ma hanno nascosto i più efferati delitti della storia.
Oggi al bambino è negata la libertà di nascere; la sua vita non è considerata uguale a quelle degli adulti e quanto alla fraternità, essa è violata dall’omicidio.
E questa sarebbe civiltà?
Caro Macron, sei un uomo del sistema globalista, hai fatto un buon lavoro, sei stato fedele agli obiettivi del WEF, ti puoi ritirare, ma sulla Francia non hai certo attirato la benedizione di Dio.
E comunque, anche se la questione da questo punto di vista non ti interessa, sappi almeno che una Nazione che si fonda su leggi fratricide non è destinata ad avere una lunga vita.