APPROFONDIAMO LA CONOSCENZA DEI QUESITI REFERENDARI : La necessità di esprimere 5 SI !

Siamo ormai nella settimana finale prima del voto del 12 giugno.

Continua il silenzio di TV ed organi di stampa, temperato da qualche notizia nelle pagine interne o da qualche trasmissione televisiva negli orari di minor ascolto.

A questo punto, prima di addentrarci nell’esame dei singoli quesiti sentiamo il bisogno di ripetere il grido d’allarme di Carlo Nordio, magistrato che è stato sempre fuori dalle logiche correntizie e dai giochi di potere, che afferma “Se vi piace questa giustizia, andate al mare”.

Ma, se siete convinti che questa giustizia non funziona, che non vi piace, che non vi garantisce, allora ponetevi il problema di sacrificare una giornata nettamente estiva, come, guarda caso, è stata scelta quella del 12 giugno e fate un sacrificio.

Non sempre i quesiti sono di facile comprensione. Questo rientra nella tradizione tutta italiana del rifiuto della semplicità e della chiarezza, ma, con un poco di attenzione, sarà possibile districarsi.

Allora, tentiamo di fare un po’ di chiarezza citando le posizioni dei partiti e prendendo spunto da alcune sagge osservazioni di lettori dei nostri precedenti servizi.

I partiti? Anche loro non sembra si vogliano impegnare più di tanto. Pigrizia?  Disinteresse? Dimostrazione di un ulteriore scollamento del mondo politico dalla realtà?

A favore dei cinque quesiti si sono dichiarati i promotori, Lega e radicali, seguiti da Italia Viva di Renzi ed azione di Calenda. Fratelli d’Italia è per il SI a tre quesiti su cinque.

Letta dichiara di lasciare liberi i suoi elettori mentre Conte invita a votare NO.  In quest’ultimo caso la decisione non è politica ma di natura strettamente elettorale. Poiché è possibile una bocciatura per mancato raggiungimento del quorum il leader dei grillini, ossia di un partito in caduta verticale, pensa così di vestire i panni del pavone ed atteggiarsi a vincitore. Non sarebbe il primo caso. Ricordo quando si precipitò a Napoli per festeggiare la vittoria di Manfredi alle comunali fingendo di non sapere che i Cinque stelle erano crollati da una percentuale vicina al cinquanta per cento ad una percentuale ad una sola cifra.

Entriamo ora nel merito dei quesiti incominciando da quelli sui quali c’è una certa convergenza.

Quesito sulla Riforma del CSM

Il quesito: “Volete voi che sia abrogata le legge 24 marzo 1958 n..195 (Norme sulla costituzione e sul funzionamento del Consiglio superiore della Magistratura) nel testo risultante dalle modificazioni ed integrazioni successivamente apportate, limitatamente alle parole “unitamente ad una lista di magistrati presentatori non inferiore a venticinque e non superiore a cinquanta?”

Sappiamo tutti le storture del CSM esplose in tutta la loro vergognosa realtà con il caso Palamara.

Ebbene il quesito referendario chiede che venga abrogato l’obbligo per chi si candida alle elezioni del Consiglio superiore di presentare dalle 25 alle 50 firme, dando così la possibilità al magistrato che non fa parte di nessuna corrente di concorrere liberamente.

Occorre allora votare SI per limitare lo strapotere delle correnti che decidono con il bilancino del farmacista l’assegnazione delle posizioni apicali, spesso senza tener conto dei reali meriti e delle reali capacità.  Dobbiamo farlo, se vogliamo aiutare i migliori magistrati, che sono tanti ma che per fare carriera devono ora sottostare ai voleri dei capicorrente di turno. Si tornerebbe in sostanza alla legge originale del 1958 ed avremmo votazioni che mettono al centro le qualità personali del magistrato e non gli interessi delle correnti o il loro orientamento politico.

 

Quesito per la Equa valutazione dei magistrati

Il testo: “Volete voi che sia abrogato il DL 27 gennaio 2006 n.25 (Istituzione del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e nuova disciplina dei Consigli giudiziari … limitatamente alle parole “esclusivamente” e  “relative alle competenze di cui all’art.7 …

Nei fatti oggi, con il Decreto Legislativo che si vuole abrogare si verifica nei consigli giudiziari una sovrapposizione tra controllori e controllati che rende poco attendibili le valutazioni e favorisce la logica corporativa. Con il referendum si vuole estendere anche ai rappresentanti dell’Università e dell’Avvocatura la possibilità di avere voce in capitolo nella valutazione in piena coerenza con lo spirito della Costituzione che ha voluto la presenza di una componente non togata con eguali poteri dei componenti magistrati.

Per il momento ci fermiamo qui.

Al  prossimo articolo, le considerazioni sui rimanenti quesiti.

Elio Fusco