Da domani la Fase 2, sperando in una classe politica adeguata per il futuro

Finalmente siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo del 18 maggio. La fase 2 scatta domani con la riapertura quasi completa di tutte le attività economiche, commerciali e dei servizi. Mancano ancora le palestre che dovranno aspettare sino al 25 maggio e le sale cinematografiche e i teatri che invece riapriranno il prossimo 15 di giugno. Nel frattempo possiamo liberamente raggiungere le case di vacanza, purché ubicate nella Regione di residenza. Per i viaggi fuori regione, invece, bisognerà attendere ancora sino al prossimo 3 giugno. Nelle città di residenza potremo finalmente e liberamente muoverci senza limitazione alcuna e senza dover più compilare autocertificazioni. Ma rigorosamente forniti di guanti e mascherine.
Detto così sembra tutto molto chiaro e plausibile e, diciamolo pure, ci ritroviamo tutti più ottimisti e sollevati. Poter uscire finalmente di casa e senza limitazioni costituisce un vero toccasana per il nostro sistema nervoso messo a dura prova da oltre 2 mesi e mezzo di insopportabile clausura (la famigerata quarantena).
Tuttavia, mentre ci apprestiamo a rivivere e gustare la nostra libertà pre-covid (possibilmente con tutte le necessarie cautele e precauzioni di ordine igienico-sanitarie) ci sembra opportuno, oltre che doveroso, che questi mesi e questi tragici accadimenti che ci hanno letteralmente travolti, non siano cancellati completamente dalla nostra memoria. Cosa che, al contrario, accade sovente e in maniera naturale dopo aver vissuto e superato un periodo difficile.
L’ansia e il terrore per un virus subdolo e sconosciuto; i lutti e le sofferenze che hanno colpito decine di migliaia di nostri concittadini e i loro congiunti; le tragedie per l’improvvisa perdita del lavoro in tante famiglie italiane; gli anziani abbandonati ad una lenta agonia nelle case di riposo; l’imperdonabile carenza e i ritardi nella fornitura di apparecchiature medicali per i reparti di terapia intensiva; l’assenza totale di presidi di sicurezza individuale per medici e infermieri; i posti letto carenti negli ospedali; le liti vergognose tra scienziati e virologi in tv; i ritardi spaventosi nella erogazione della Cassa Integrazione e le altre misure di sostegno economico per i lavoratori bloccati dalla pandemia; il balletto macabro e intollerabile tra governo e banche nella predisposizione delle procedure di erogazione dei prestiti garantiti dallo Stato per le imprese danneggiate dal Coronavirus. Misure annunciate e sbandierate nelle ripetute e squallide conferenze stampa dei rappresentanti di governo e tutt’ora in attesa di sblocco concreto; l’agghiacciante constatazione della sciagurata chiusura di oltre 200 ospedali in Italia negli ultimi 10 anni per i tagli strutturali operati a danno del Servizio Sanitario Nazionale; il numero gravemente inconsistente del personale medico e infermieristico nelle piante organiche degli ospedali, prodotto dei medesimi tagli ai bilanci del S.S.N.; l’imperdonabile sceneggiata delle mascherine chirurgiche, dapprima squagliate e poi introvabili…………… questi gli accadimenti gravi, le storture insopportabili, l’impreparazione palese e colposa di una classe dirigente inetta e arrogante. Queste le tragedie autentiche che abbiamo vissuto e che lasceranno per sempre ferite insanabili in tanti cittadini Italiani. Questi gli accadimenti che vorremmo non dimenticare. Per evitare in futuro nuovi errori e nuovi disastri annunciati. Perché inadeguatezza, improvvisazione e dilettantismo non rappresentino più la costante della classe politica nostrana.