Chiude Acerra e riaprono le discariche a cielo aperto

Cumuli di rifiuti presenti in via San Giacomo dei Capri a Napoli
La già gravissima situazione della raccolta dei rifiuti a Napoli minaccia un ulteriore aggravamento per l’imminente chiusura programmata, per quaranta giorni, per manutenzione, di una linea dell’impianto di Acerra.
In varie zone della Città si stanno verificando rivolte di cittadini esasperati dai cumuli di rifiuti maleodoranti, non raccolti per tempo dai servizi comunali. Conseguentemente la situazione igienica è al collasso ed una seria indagine epidemiologica potrebbe far emergere connessioni e responsabilità.
Il Comune vive alla giornata, non sembra avere un piano e si ha la netta sensazione di procedere velocemente verso il baratro senza che nessuno faccia nulla per evitare di finirci dentro.
I “siti di stoccaggio” provvisori (ma tutti sanno che da noi il provvisorio diventa definitivo) di cui parla De Luca, così graziosamente definiti, sarebbero in realtà la riproposizione, sic et sempliciter, di altrettante discariche a cielo aperto che nessun Comune ovviamente vuole nel suo perimetro e che è lecito prevedere che possano determinare violente rivolte popolari.
L’idea che con la raccolta differenziata si possa pervenire a “rifiuto zero” è un’idiozia totale frutto dell’ideologia verde che difatti non trova riscontro in nessuna realtà italiana o estera, salvo che in qualche paesino, con poche decine di abitanti con produzione irrilevante di rifiuti, non certo comparabile con le grandi aree metropolitane.
I tempi sono maturi, anche nella pubblica opinione, deviata da terrorismo psicologico di massa da parte del fanatismo ambientalista, perché si proceda alla costruzione di termovalorizzatori in grado di risolvere il problema dei rifiuti, in maniera adeguata, senza rischi per la salute e con ritorni economici per la Comunità, come avviene in tutti i Paesi del mondo.
Poiché questo non sarà possibile prima di qualche anno, saremo costretti a vivere fra continue crisi, spedizioni costosissime della spazzatura all’estero, pagando la tassa fra le più altre al mondo, grazie a classi politiche inette della peggiore sinistra d’Europa che governa ininterrottamente Napoli da decenni.