Vera Pasqua all’Italia

Tutto è compiuto. Il Coronavirus di cui nulla sapevamo e poco siamo riusciti a sapere sembra volere farci andare oltre. Ci sono ancora contagi, altre morti, i positivi asintomatici continuano a portare in corpo ed in giro questo nemico ma non ci è dato sapere perché un asintomatico non ha diritto al tampone. Così come ancora non abbiamo saputo – se mai sapremo – per quanto tempo questo nemico è in grado di nuocere e di contagiare.
Ma il Governo ha detto che la paralisi della Nazione non può essere prolungata oltre, che bisogna ripartire, anche se non sappiamo bene per andare dove e soprattutto con chi. La morte non fa più notizia, non deve, ma si continua a morire in centinaia, anche senza coronavirus. O chissà cos’altro. Non lo sapremo mai: ai morti non si fa tampone, né autopsia. Si nega loro persino l’ultimo saluto. La curva “poi” scende, ma non si canta vittoria, “poi” si ordinano le mascherine che si sarebbero dovute ordinare prima – rigorosamente tramite la bluffata Consip – anche se gli esperti non sono riusciti a stabilire se e quali servono davvero e senza curarsi di provvedere prima a reperire respiratori destinati a coloro che “poi” avrebbero dovuto indossare le famose, o famigerate, mascherine. Questa è l’ora del “poi”, divenuto ormai tempo di governo, intanto che si chiamano “eroi” – forse pesano di meno sulla coscienza qualora se ne possedesse una – i cento medici trovatisi a combattere, o meglio, improvvisati(si) lottatori contro questo nemico ufficialmente annunciato e istituzionalmente ignorato.
Intanto che si programma la fase 2, sembra che Covid-19, col quale – dicono – dobbiamo imparare a convivere, si adegui ai nostri modi e ai nostri tempi: tutti chiusi in casa e lui ci ha dato tregua, ha colpito quel capellone unico e “fuoriuscito” di Boris Jhonson che da subito ha avuto le idee chiare al riguardo, forse folli, ma se l’immunità di gregge dovesse funzionare lui potrà dire di aver dato il buon esempio e pure di essere stato tra i primi. Se gli anziani, mascherati da portatori di patologie pregresse e immunodepressi, sono di gran lunga meno numerosi dal 31 gennaio, la fase 2 prevede anche l’incentivazione dell’aborto chirurgico. Ma a voler ricordare il discorso di Rockefeller all’assemblea dell’ONU circa il dimezzamento della popolazione mondiale si passa per complottisti. Lo stesso dicasi per Emma Bonino, ieri “interrutrice” volontaria di involontarie gravidanze con pompe di biciletta e oggi senatrice della Repubblica Italiana, ultimamente annoverata tra i “grandi d’Italia” finanche da Papa Francesco. Recluso anch’egli, come sempre, tra le mura del Vaticano, silenziato e silente come tutti. Colui che non proferisce parola sulla chiusura delle chiese e sulla sospensione dei riti ecclesiastici, compresi quelle della Pasqua che è rinascita autentica e vittoria vera sulla morte. Un Vicario che si adegua ai decreti, non alle leggi, di uno Stato che non è suo e che ci regala la spettacolarizzazione della preghiera in una Piazza San Pietro insolitamente vuota, davanti al Crocefisso ligneo miracoloso che nulla ha potuto contro la consueta mancata genuflessione del Pontefice, legno che ha resistito a incendi, ha sconfitto pesti, ma stavolta non ha retto alla romana pioggia scrosciante. E per la Chiesa allora come per i Cristiani ora simbologia e semiotica sono pilastri e scienze significative.
Chissà quale il significato del religioso silenzio circa la chiusura dei porti: non perché si fomenta il commercio di essere umani e si rischia di importare “bombe umane” provenienti da angoli della Terra dove si perde la vita per malattie da noi completamente debellate, ma perché l’Italia, terra appestata e contagiata, può essere terra di morte per i nuovi arrivati. Come se si potesse morire solo fisicamente. Da questa Italia uccisa ed ammazzata persino dai sui figli facenti funzioni di padri putativi, ma che stenta a morire si alza forte il grido di reazione di chi resiste per continuare ad esistere, di chi lotta e non si arrende, di quella parte d’Italia obiettivo privilegiato della pandemia e di quella parte restante capro espiatorio e accusatorio che nonostante tutto lavora e si ingegna, studia e raggiunge i risultati, solidarizza e fraternizza e inventa la spesa sospesa in questa Nazione dalla vita sospesa ed il panaro della solidarietà, essenza vera ed autentica del fare bene il bene, che nessun accademico o cattedratico potrebbe pensare mai. Per cui auguri di una Pasqua autentica, come quella di Cristo che ha sconfitto la morte e ci ha liberato dalle oscure tenebre, dagli Iscariota traditori di madre e Patria, quelli della Risurrezione vera perché possa l’Italia, come Gesù Cristo, continuare a vivere in eterno.