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L’aria che si respira è quella del di dì festa, la location addirittura un castello, il Maschio (toccherà pensarci prima o poi) Angioino (ancora con razze, casate e toponimi?) la sala, elegantissima, quella dei Baroni. Il motivo della cerimonia uno tra i più importanti nella vita, quello che spazza via tutto: un contratto di lavoro. Allora è consentita pure la partecipazione di mammà e babbo a vedere ‘o figlio ca piglia ‘o posto. Ma le “contraddizioni’ – per dirla con un luogo comune – non finiscono qui. Nossignore. Perché i contratti di lavoro sono ben 200 sottoscritti in una sola giornata, vieppiù nella città di Napoli, per antonomasia – ma quante se ne nascondono dietro la Nea Polis è un segreto di Pulcinella – capitale della disoccupazione. E non è tutto: i duecento nuovi occupati saranno degli operatori ecologici in quella che tutti identificano come la capitale della monnezza.
Al netto di un’amara ilarità , questa situazione, che è la conclusione del concorsone terminato a settembre, quello che si è tenuto per opera e volontà di “masto Vicienzo Co.Co.Co” – con il Covid, nonostante il Covid, nonostante quello che è stato Vicienzo con il Covid – apre profonde riflessioni su molteplici fronti. A partire proprio dai luoghi comuni che vanno infranti, se a Napoli 200 giovani – età media 24 anni – hanno firmato un contratto di lavoro per operatori ecologici, la verità incontrovertibile è che c’è una gran voglia di lavorare. E qui va aperta un’ulteriore riflessione sul Meridione da tempo coda antipodica del nord unico motore dell’economia italica; sulla capitale – che poi non è tale – del reddito di cittadinanza inteso come sussidio di stato, a partire proprio dal padre del RdC Peppino Conte che, appena il governo Meloni ha annunciato di voler rivedere l’elargizione economica, si è immediatamente fiondato sotto al Vesuvio: Scampia, quando deciderai di non farti sfruttare così?
Dei 200 assunti, si apprende, solo 19 hanno la licenza media, 169 sono diplomati presso una scuola superiore e 19 sono addirittura laureati! Onore a loro, non c’è che dire, ma davvero mammà e papà hanno fatto sacrifici – leggi privazioni – per un ventennio almeno, per far studiare il proprio figlio pe’ se piglià ‘no posto e il posto tanto ambito è quello del netturbino? Mestiere nobile, maestro di una vita “superiore” anche per un napoletano doc quale è Totò che gli affida la morale de La Livella che è maestra di vita. Ma se un laureato, un diplomato “vince facile” per andare ad accaparrarsi il posto dello scopatore, non preclude forse la possibilità a chi non ha proseguito gli studi o non li ha proprio finiti? Ed è corretto, e forse pure normale, che chi sa districarsi tra i labirinti giuridici (i DPCM quotidiani di Conte, tanto per dirne una), che chi sa leggere un bilancio comunale, chi sa valutare la stabilità di un palazzo e magari renderlo sicuro, dopo tanta formazione debba seguire un ulteriore corso per imparare a guidare una macchina atta a spazzare la strada, piuttosto che seguire le direttive di come si spazza un marciapiedi? Sempre per un fatto di scelte, di attitudini, di formazione.
Ribadiamo: onore al valore, coraggio su tutti, di questi ragazzi plurititolati che non hanno certo avuto paura di cominciare dal basso (sperando per loro che non finiscano sempre più in basso), ma a voler riflettere, persino i “professoroni” che hanno permesso tutto questo potevano interrogarsi sulla liceità del loro operato. Sulla “giustizia” ai sacrifici di ognuno. Se sia giusto spazzare via – è proprio il caso di dirlo – così sacrifici, impegno, difficoltà , sogni passate per i tanti tomi ingurgitati. Distruggere ambizioni e possibilità . Imparare ad accontentarsi. Se sia giusto che un “dottore”, pur di lavorare, sia indirettamente costretto ad accettare le regole del gioco. E del giogo. Se non si voglia, invece, indirettamente, ma nemmeno tanto, creare un appiattimento di ogni individuo nella società , magari con quella fisima dell’essere tutti uguali che è tutt’altra cosa rispetto all’uguaglianza, altra cosa ancora rispetto all’equità . Atteso il fine buono, buonissimo, buonista di tutti. Omnia Munda Mundis. OMM….. Omm’….