Sono sempre gli stessi: i “sacerdoti” della globalizzazione

Sono gli stessi, dal Black Friday al Friday for Future.
Sono i sacerdoti della globalizzazione, del grano che dal Canada raggiunge l’Italia e, dopo essere lavorato, ritorna in Canada sulle piattaforme di Amazon. Del cotone egiziano che si impregna di sudore di lavoratori pakistani sottopagati e poi viene venduto nel mondo. E così via.
La Merkel annuncia trionfante: “sosteniamo la svolta energetica con aumenti sugli aerei e sconti sui treni”, come se i treni non consumassero energia e l’energia non inquinasse. “Chi più inquina deve sostenerne il costo”, continua la Merkel. Eppure in Europa, dall’Olanda all’Irlanda e gli altri a seguire, è tutta una corsa a detassare le multinazionali della produzione e della distribuzione purché investano nei loro Paesi.
Hanno desertificato le campagne del sud dell’Europa, hanno smembrato il tessuto urbano, commerciale e sociale delle nostre città a vantaggio del world wide market. Poi ci convocano in piazza per protestare contro i cambiamenti climatici, chi non partecipa è complice o insensibile.
Sono sempre gli stessi, trafficano uomini, bambini ed organi. Assassini e giudici, devastatori e misericordiosi salvatori, sempre gli stessi.
Non vi è alternativa: vanno “spazzati via”.