RIPRENDONO LE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA DEGLI UNIVERSITARI PER LA CARENZA DI ALLOGGI PUBBLICI PER STUDENTI FUORI SEDE!!

L’estate é appena terminata portandosi via una calura estenuante e tanti bei ricordi balneari, mentre riprendono con non sorprendente puntualità, le consuete manifestazioni di protesta degli “autunni caldi all’italiana”.

Questa volta  “l’avvio delle ostilità” é stata affidata agli studenti universitari di mezza Italia, che riprendono (dove l’avevano lasciata per poter “godere delle sacrosante vacanze estive”)  la loro protesta contro la cronica e antichissima carenza di alloggi universitari. Nonostante siano stati in primavera abbondantemente rassicurati sulle iniziative governative indirizzate alla realizzazione di nuove “Case dello Studente”, a partire da quelle realtà urbane ove questa carenza é maggiormente avvertita. In ogni città italiana, sede di Atenei universitari infatti, si stanno adoperando Rettori ed Enti Locali, Ministeri e Regioni, Esercito (per le caserme dismesse) ed altri soggetti Istituzionali per reperire ed attrezzare edifici facilmente “convertibili” in alloggi per studenti. Ciò al netto della misura specifica contenuta nel progetto del PNRR per la realizzazione di nuovi posti letto pubblici, appositamente dedicati a questa necessità diffusa su tutto il territorio nazionale.

Ingiustificata o forse soltanto intempestiva, oltre che pleonastica, a questo punto, appare l’annunciata programmazione delle “organizzazioni studentesche” di numerose iniziative di protesta con tanto di tende da campeggio variopinte e sacchi a pelo disseminati a ridosso dei portoni delle facoltà universitarie italiane.

D’altra parte, ed in attesa delle manifestazioni dei sindacati nostrani più politicizzati d’Europa, sui temi più disparati ed inutilmente esasperati, qualcuno doveva pure rompere il ghiaccio. Ed ecco tirar fuori dal cilindro le proteste degli studenti, che condiscono i loro slogan con un generico e patetico sentimento di nostalgia per la legge sull’equo canone, sul richiamo (questa volta condivisibile) alla necessità di costruire nuovi alloggi popolari, soprattutto nelle grandi città, per alleggerire la pressione del caro-affitti e rendere meno complicata la ricerca sul mercato di appartamenti per studenti. Un problema antico che hanno vissuto intere generazioni di studenti universitari almeno dai primi anni 60 e 70. Un problema reale ma altrettanto disatteso da decine e decine di governi nazionali succedutisi in questo stesso arco di tempo.

La ipocrisia tutta “sinistroide” per un tema certamente importante come la carenza di alloggi per gli studenti, si avverte immediatamente e si concretizza, in questa fase politica, con lo scopo neanche troppo nascosto, o per meglio dire, tutt’altro che imprevisto e non voluto, di attaccare il governo in carica rispetto a tematiche sottaciute e incancrenite proprio negli anni di governo della sinistra. Con buona pace di quegli stessi studenti universitari che oggi non esitano ad agitarsi e rifugiarsi nelle tende da campeggio, pur consapevoli delle responsabilità e della strafottenza di coloro che li invitano a manifestare. Tanto con la consueta e ipocrita faccia tosta di gente abituata a cambiare le carte in tavola e mistificare la realtà.

Ma questa triste e pietosa realtà é  stata ormai abbondantemente assorbita e digerita dall’opinione pubblica del nostro Paese. Nessuno più é disposto a credere alle fandonie confezionate ogni momento da una sinistra alla canna del gas. Nessuno sopporta più ricostruzioni o visioni catastrofiche per ogni genere di questione politica: dagli scenari adombrati ad ogni pié sospinto di una deriva autoritaria, alle pietose falsità sullo stato dell’economia del Paese, alle paventate crisi occupazionali che al contrario fanno registrare dati ufficiali più che confortanti, ed ogni altra amenità partorita da menti subdole e disperate raccontate con la retorica e la rabbia degli sconfitti.

Ma torniamo ai nostri studenti che in questi giorni ritroveremo nei cortili delle Università a protestare contro il Governo per la carenza di “Case dello Studente”. Torniamo a questi giovani in parte consapevoli e in parte inconsapevoli delle strumentalizzazioni di cui sono vittime. Chiediamo loro se conoscono fino in fondo le responsabilità antiche della mancata attenzione nei confronti delle “condizioni” studentesche nel nostro Paese. Chiediamo loro dove vanno ricercate le ragioni profonde del malessere degli universitari italiani (ma anche e soprattutto dei giovani già laureati) che fuggono dagli Atenei del Bel Paese da moltissimi anni, per un fenomeno preoccupante e ormai inarrestabile determinato dallo scadente “Appeal” delle italiche Università. Chiediamo a questi giovani se sono a conoscenza che da troppi anni la ricerca universitaria, a tutto tondo, non viene più finanziata adeguatamente e chi ha lasciato che ciò accadesse così facilmente e criminosamente, soprattutto negli ultimi 10 anni di egemonia politico-amministrativa della sinistra. E agli studenti universitari napoletani chiediamo se sono a conoscenza che negli anni dell’Amministrazione Regionale  di Centro Destra guidata dal Presidente Stefano Caldoro si era messa in campo una grande iniziativa di recupero e rifunzionalizzazione di un fabbricato di proprietà regionale, già sede di una considerevole e prestigiosa casa dello studente (Casa Miranda), dismessa negli anni successivi al terremoto del 1980. Chiediamo a questi giovani se sono a conoscenza che per questo studentato sito nel cuore della città,  erano anche stati assegnati finanziamenti europei per la completa ristrutturazione e che in procinto dell’inizio dei lavori (Maggio 2015) a seguito della vittoria del centro sinistra alle elezioni regionali della primavera 2015, il progetto di recupero veniva cancellato con un tratto di penna dal neo Presidente sceriffo, Vincenzo De Luca che annullava tutti gli accordi di programma sottoscritti  dal suo predecessore di Centro Destra, Stefano Caldoro. In tal modo negando la possibilità concreta per gli studenti fuori sede degli Atenei napoletani di essere ospitati adeguatamente nel centro della città in una struttura che avrebbe potuto ospitare oltre 500 tra studenti e ricercatori universitari in una location pubblica, prestigiosa e centralissima. Offrendo nel contempo alle facoltà universitarie cittadine una importante e ulteriore occasione di attrazione e richiamo dei giovani meridionali verso gli atenei partenopei.

Ancora una volta, la “lungimiranza e competenza” degli Amministratori di Sinistra hanno confezionato un regalo di tutto rispetto al mondo dell’Università e agli studenti meridionali che oggi si avviano a protestare, con tutto l’armamentario ampiamente conosciuto, non ultima la grancassa della stampa pseudo progressista, contro l’incolpevole “governo delle destre”.