NAPOLI CANDIDATA QUALE CAPITALE EUROPEA DELLO SPORT PER IL 2026 ?? BASTERANNO 3 ANNI PER RICOSTRUIRE IMPIANTI IMPRESENTABILI O PRATICAMENTE INUTILIZZABILI??

NAPOLI, ITALY - OCTOBER 21: A General View of the Stadio San Paolo on October 21, 2010 in Napoli, Italy (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Presentata con una conferenza stampa la candidatura di Napoli a capitale europea dello sport per il 2026.

Una ottima iniziativa ed un’ottima notizia se non si conoscessero le pessime condizioni in cui si trovano le strutture sportive cittadine.

Non v’è impianto che non presenti criticità e deficienze.

Partiamo dal più grosso ed importante di tutti: lo stadio Diego Armando Maradona.

Ebbene lo stadio, che fu ristrutturato in pessimo modo in occasione di Italia 90 con una spesa esagerata, diventa sempre più fatiscente ed inadatto a competizioni di alto livello.

Pensiamo alla pista di atletica che avrebbe bisogno di un rifacimento totale.

Pensiamo al pessimo sistema di copertura, voluto da quel super raccomandato della razza Agnelli che è Luca Cordero di Montezemolo. Poco funzionale, inadatto a proteggere dalla pioggia gli spettatori, estremamente pericoloso con il distacco sistematico di parti della copertura in plexiglass in ogni giornata di vento e pioggia.

Pensiamo soprattutto alla situazione parcheggi.

Il caos che si presenta davanti allo stadio in occasione di ogni partita è sotto gli occhi di tutti. La zona, in mano agli abusivi che richiedono pizzi sempre più elevati, vede le auto parcheggiate in modo caotico ed a nulla valgono gli interventi delle decine di carri gru della polizia municipale che ne rimuovono ogni volta circa un centinaio.

Per non parlare dei pochi garage della zona che chiedono per le partite di cartello anche venti euro per la sosta. Eppure sotto lo stadio c’è un amplissimo spazio inizialmente destinato a parcheggio, realizzato in occasione dei lavori dello Stadio per Italia 90,  mai completato ed attualmente abbandonato ed  in condizioni di inagibilità assoluta, con residui di materiale edile e quantità di rifiuti inimmaginabili.

Vogliamo poi parlare di altre strutture?

Vogliamo ricordare le condizioni in cui versa quello che era un tempo un fiore all’occhiello della città, il Palazzetto dello Sport “Mario Argento”  di Viale Giochi del Mediterraneo? Praticamente un fantasma scheletrico abbattuto parzialmente e scelleratamente in epoca recente, senza un motivo valido, senza poter conoscere neanche il responsabile di una scelta scriteriata e incomprensibile ai più. “Momentaneamente” sostituito da un orribile e ingombrante edificio prefabbricato, collocato nel bel mezzo di una strada pubblica, viale dei giochi del Mediterraneo, per l’appunto, sconvolgendo la viabilità, il decoro e l’unicum del paesaggio, ormai da diversi anni, senza alcuna notizia plausibile sui tempi di ricostruzione in loco o altrove del “compianto” Palasport di Napoli.

Ed il Virgiliano, dove per anni si sono svolti i campionati di atletica a livello giovanile?

Non sappiamo su cosa si fondi la idea di candidare la città a capitale europea dello sport, in competizione con Saragozza. Non immaginiamo chi possa essere stato quel folle soggetto che ha pensato a Napoli per un evento così importante da realizzare in città in soli tre anni, con queste premesse e questa realtà allucinante  in cui versano gli impianti sportivi cittadini.

Una speranza, che potrebbe essere solo una pia illusione:

Potrebbe essere l’occasione per porre mano una volta per tutte al rifacimento del patrimonio sportivo cittadino, incominciando dallo stadio Collana, per il quale furono spesi fior di quattrini per un impianto di illuminazione inutile e la cui pista di atletica versa in condizioni pietose, così come tutto il resto dell’impianto.

Ben venga, quindi, l’occasione della designazione, se ci sarà, a Capitale Europea dello Sport, a condizione che non si ripetano gli errori di Italia 90 e si agisca con onestà ed intelligenza operativa. Sottraendo, per tanto e necessariamente, il Comune di Napoli e la Regione Campania da ogni scelta e ogni programmazione specifica. E piuttosto affidando tutte le attività necessarie ad un Comitato Organizzatore designato dallo Stato e costituito ad hoc sulla falsa riga di quanto si é fatto a Milano per l’expo o quanto si sta realizzando a Cortina/Milano per le prossime Olimpiadi Invernali del 2026.

Questa opzione, per altro già abbondantemente collaudata e positivamente, può essere l’unica pre-condizione assolutamente necessaria per la realizzazione dei progetti di restauro, riqualificazione funzionale o nuova costruzione degli impianti sportivi necessari allo svolgimento degli eventi sportivi previsti. Con tutto il rispetto per le Amministrazioni Locali, cui non affideremmo neanche la gestione del traffico cittadino in occasione delle gare sportive !!