MANCATO QUORUM PER I REFERENDUM: L’UNICA VERA SCONFITTA E’ LA PARTECIPAZIONE POPOLARE!!

Dopo il fallimento dei quesiti referendari dovuto al mancato raggiungimento del quorum richiesto dalla legge, ci sembra opportuno fare alcune considerazioni con i nostri lettori.

E’ ovvio che alla base del mancato raggiungimento del quorum c’è il complice silenzio dei massimi organi di informazione, non esclusa la TV di stato che ha confinato negli orari più assurdi i pochi dibattiti sull’argomento.

Ma non basta. 

Vogliamo parlate dei partiti? Vogliamo ricordare che anche quelli che si sono schierati, a parole, per il referendum hanno preferito tenere un profilo basso per non essere accusati di sconfitta.

Ed i social? In molte chat si invitava ad andare a votare; in alcune si suggeriva per comodità di dare cinque SI, in altre solo tre SI.

Vogliamo allora dire che il millantato popolo dei social non è minimamente capace di influire? Lo domandiamo ai nostri lettori chiedendo un loro parere. Sempre più, a nostro giudizio, personaggi e movimenti che hanno basato gran parte della loro attività di propaganda sui social stanno mostrando la corda.

Ma a parte queste opinioni riteniamo necessario rivedere completamente non solo l’istituto referendario ma anche le scelte di quelli che presentano i quesiti.

Il primo punto è il quorum. 

In una nazione nella quale la percentuale di votanti raramente supera il 60 per cento, anche quando si tratta di elezioni politiche o di amministrative più vicine agli interessi dei cittadini, è un’utopia immaginare che si superi il cinquanta per cento per quesiti non sempre di facile comprensione.

E qui sorge il secondo problema.

Ma quanti hanno letto per intero i quesiti referendari pieni di riferimenti a parti di norme? Va bene che siamo nella patria dei giurisperiti che preferiscono fumosi cavilli alla chiarezza, ma siamo sicuri che in altre parti del mondo le domande siano come quelle che vengono sottoposte agli italiani e non siano invece condensate in poche chiare parole?

Un’ultima considerazione che è anche un richiamo ai proponenti. E’ proprio necessario mobilitarsi per raccogliere firme ed adesioni per tanti quesiti? Non pensano che possa dar fastidio a molti dover andare al seggio e ricevere ben cinque schede? Così come appare oltremodo inconcepibile evitare di utilizzare, o peggio ancora snobbare, uno strumento di partecipazione diretta alle scelte politiche del nostro Paese, (cioè l’Istituto del Referendum abrogativo) che costituisce un momento di partecipazione fondamentale per la democrazia.

Fattore questo che impone una immediata ed efficace riforma di questo Istituto per renderlo piu’ aderente alla realtà attuale e di maggiore comprensione per i cittadini elettori.

Elio Fusco