L’elezione di Boris Johnson certifica che l’UE è finita

L’elezione di Boris Johnson a primo ministro del Regno  Unito è stato un colpo pesantissimo per le élite globaliste che  fino all’ultimo moment avevano tentato di sventare l’arrivo dell’ex sindaco di Londra al numero 10 di Downing street.
Avevano messo in campo tutti gli strumenti di disinformazione in loro possesso in tutto il mondo e cioè le maggiori testate giornalistiche e televisive, informandoci nel dettaglio anche dei suoi problemi personali e familiari, fino all’ultimo presunto  violento litigio con la sua compagna per dimostrare (ridicolmente) che non potesse governare l’Inghilterra.
Lo stesso schema del Rubi gate o se vogliamo,mutatis mutandis, del Russia gate antisalviniano di questi giorni.
L’avvento al potere di Johnson ci conferma nella certezza che l’UE è finita e che quindi non bisognerà più chiedersi se accadrà, ma quando accadrà.
La presenza nel parlamento europeo di una significativa “fronda” sovranista contro i poteri degli euro burocrati al servizio delle banche d’affari e del sistema economico finanziario che da essi discende; i Paesi del Patto di Visegrad sempre più coesi; il governo italiano che sotto la spinta soprattutto della Lega rifiuta apertamente gli “ordini” delle Cancellerie di Parigi e di Berlino, ci inducono ad auspicare che il famoso piano B di Paolo Savona sia pronto e rapidamente implementabile quando il gigante economico con i piedi di argilla collasserà.
Prepararsi ad assorbire il colpo col minimo danno per rilanciare la creatività italiana fuori dai parametri dei banchieri di Soros che hanno soffocato e condannato alla miseria i popoli per garantire  la ripresa e lo sviluppo.
Avanti per la sovranità nazionale!