Importante decisione della corte di Cassazione a sezioni riunite.
“Il saluto romano, ha stabilito la Suprema Corte, non è reato quando è
commemorativo.”
Riuscirà questa sentenza a bloccare le becere proteste di quanti hanno urlato
all’attentato alla democrazia davanti ad un manipolo di persone di tutte le età che
ricordavano con il saluto romano tre ragazzi uccisi oltre quaranta anni fa davanti alla
sezione del MSI di Acca Larentia?
Si era scatenata una canea di proteste, di urla. Le vestali della democrazia (a senso
unico) si erano strappate le vesti.
Sconosciuti avevano avuto il loro momento di notorietà richiamando i cittadini alla
mobilitazione contro la rinascita del pericolo fascista.
La Suprema Corte, a sezioni riunite, ha posto a tacere le polemiche rimarcando
come il saluto romano per essere penalmente perseguito dovrebbe accompagnarsi
al tentativo di ricostituzione del partito fascista.
Sarebbe curioso ora ascoltare le dichiarazioni di quelli che avevano urlato contro un
rito che era un ricordo ed una commemorazione.
La Schlein, pur di far vedere che conta qualcosa, aveva chiesto l’intervento di
Giorgia Meloni.
E bene ha fatto il presidente del consiglio a non lasciarsi trascinare nella polemica,
ritenendo che sul tema aveva già chiarito ampiamente la sua posizione e, tra l’altro, in numerose occasioni con pubbliche dichiarazioni più che esaustive.
Qualche aggiunta a questa notizia è però necessaria.
Le vestali della “democrazia vilipesa” non avevano espresso neppure una parola nei
confronti dei ragazzi uccisi. Non avevano espresso neppure una parola nei confronti
di un evento tragico per il quale, evidentemente, superficiali sono state le indagini
visto che tuttora non si conoscono gli esecutori di quella strage agghiacciante.
Si conosce solo la circostanza oltremodo discutibile, che la Skorpio usata nella strage fu ritrovata dopo anni in un covo delle Brigate Rosse.
Quante giovani vite, a destra come a sinistra, sono state troncate negli anni di
piombo senza mai perseguire i colpevoli!
E quanti giovani di destra, dopo il feroce attentato di Acca Larentia hanno intrapreso
una strada senza ritorno perché si sono sentiti traditi dalle istituzioni e completamente soli nel contrastare bande di terroristi che avevano praticamente “licenza di uccidere” a piacimento. Interpretando a pieno ciò che la sinistra intera andava gridando negli anni 70 ed 80 nei propri cortei e nei comizi che “Uccidere un Fascista non é reato”!! Questo purtroppo é il racconto autentico di quegli anni. Anni tragici che nessuno mai vorrebbe rivivere. Ma, soprattutto, che nessuno mai vorrebbe che accadimenti di sangue così feroci e intollerabili fossero ancor oggi “utilizzati” strumentalmente a soli scopi di propaganda politica e di demonizzazione degli avversari.
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