GOVERNO E PARLAMENTO INASPRISCONO LE NORMATIVE SULLA VIOLENZA SULLE DONNE.

APPROVATO ALL’UNANIMITA’ DAL SENATO IN VIA DEFINITIVA IL DDL “ROCCELLA” CONTRO I REATI DI VIOLENZA SULLE DONNE : Molestie e aggressioni perpetrate contro le donne saranno contrastati in maniera più efficace. Dall’applicazione più facile ed estesa dei braccialetti elettronici per soggetti violenti, alle iniziative di prevenzione dei reati; dai corsi anti violenza fra i banchi di scuola, all’inasprimento delle misure cautelari con percorsi privilegiati per processi più rapidi, con certezza della pena; alla formazione per gli operatori scolastici impegnati nei corsi antiviolenza. 19 articoli di un DDL condiviso da tutte le forze politiche che, si spera, possano arginare più efficacemente un fenomeno orribile e crescente che turba non poco le coscienze degli italiani e mina le garanzie di sicurezza e di libertà personale delle donne.  

 

La sconvolgente morte della povera Giulia Cecchettin per mano dell’ex fidanzato sta
scatenando una serie di reazioni.
Molte le manifestazioni in memoria della povera giovane, molti gli attestati di
solidarietà, molte le amare considerazioni sul vile assassino.
Molte però sono anche le strane prese di posizione di qualcuno che ama, in ogni
occasione, trasformare una tragedia in momento di polemica politica.
Una parola ha scatenato una certa parte: “patriarcato”.
Sembra che ormai causa di ogni violenza sulle donne sia una certa forma di
patriarcato che, guarda caso, viene imputato alla destra politica.
Sembra quasi che la Meloni, col suo definirsi Presidente del Consiglio e non
Presidentessa, come avrebbero voluto personaggi alla Boldrini, sia esempio di
maschilismo e quindi di esaltazione del “patriarcato”.
Dopo aver per anni preso in giro la Meloni per la sua dichiarazione “Sono una donna,
sono una madre”, ora, pur di polemizzare e denigrare, la dipingono come la nemica delle donne. E a calcare la mano viene fuori anche la Lilly Gruber, l’esempio più subdolo di un giornalismo di odio e atteggiamento da donnetta gelosa, affetta da invidia sociale.
Capiamo che si tratta di polemica politica, ma ci sembra che in questo caso venga
raggiunto il fondo del ridicolo, raggiungendo livelli sinceramente intollerabili.

Bene ha fatto il ministro Valditara a proporre un minuto di silenzio nelle scuole. E
bene hanno fatto, perché no?, gli studenti di alcuni Istituti a trasformare il minuto
di silenzio in un minuto di rumore con i pugni battuti sui banchi. Nell’uno e nell’altro
caso si è trattato di manifestazioni di solidarietà da apprezzare e capire.
Non si capiscono, invece, certe manifestazioni di esibizionismo da parte della sorella
della vittima, che non perde occasione per esprimere anatemi e dichiarazioni sopra le righe.
E’ il dolore che la fa parlare, o, peggio, straparlare? O è la tentazione di cavalcare il
sentimento dell’opinione pubblica per raggiungere altri fini?
Non vorrei che si ripetesse il fenomeno di Ilaria Cucchi.
Per chi ha poca memoria ricordiamo che Ilaria Cucchi, ora parlamentare della
repubblica, era la sorella del povero Stefano Cucchi , indegnamente pestato in una
caserma dei carabinieri. Ma la Ilaria era anche quella sorella che non sapeva neanche sotto
quale ponte dormisse il fratello, che, con la madre, aveva ripudiato. Pronta poi a
vestire i panni della sorella del martire per ottenere visibilità e medaglietta.
A pensar male, diceva Andreotti, si fa peccato, ma qualche volta si imbrocca.