GLI AVVENIMENTI DI MONFALCONE: UNA STORIA INQUIETANTE CHE COINVOLGE UN’INTERA CITTADINANZA!

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO LE RIFLESSIONI DI UN NOSTRO LETTORE, IL GENERALE AJMONE GENZARDI, UFFICIALE DI CAVALLERIA DELL’ESERCITO ITALIANO ED EX COMANDANTE DELLA “SCUOLA MILITARE NUNZIATELLA” DI NAPOLI, IN ORDINE ALLA DIFFICILE E SCONCERTANTE SITUAZIONE SOCIALE VISSUTA DAI CITTADINI ITALIANI RESIDENTI NEL COMUNE DI MONFALCONE, CITTADINA IN PROVINCIA DI GORIZIA, OVE LA PRESENZA SEMPRE PIU’ MASSICCIA E CRESCENTE DI EXTRACOMUNITARI “RICHIAMATI” DAL LAVORO OFFERTO DAI FAMOSI “CANTIERI NAVALI DI MONFALCONE”, HA RAGGIUNTO UNA PERCENTUALE DI RESIDENTI PROVENIENTI DALL’ASIA E DALL’AFRICA CHE SUPERA ABBONDANTEMENTE IL 33% DI ABITANTI STRANIERI, MA FIERAMENTE NON INTEGRATI CON LA COMUNITA’ ITALIANA, LA NOSTRA CULTURA, LA NOSTRA CIVILTA’, I NOSTRI COSTUMI, LA RELIGIONE. TUTTO QUESTO CON EVIDENTI E PREOCCUPANTI RIFLESSI IN ORDINE ALLA PACIFICA CONVIVENZA TRA LA COMUNITA’ PREVALENTEMENTE DI ORIGINI VENETE  E QUELLA COSTITUITA PROGRESSIVAMENTE E RAPIDAMENTE DAGLI EXTRACOMUNITARI.

Alcuni giorni fa il sindaco di Monfalcone, cittadina con il 33% di abitanti extracomunitari, ha ricevuto minacce di morte di matrice islamica per aver avviato una campagna contro il degrado e l’illegalità dilagante nel centro abitato.

La signora Anna Maria Cisint, prima cittadina di Monfalcone, famosa per la cantieristica navale, a seguito di tali minacce ha ricevuto una scorta Armata dalla polizia ed ha dichiarato che la comunità islamica presente in città è restia all’integrazione ma, piuttosto, esclusivamente tesa alla nostra sostituzione.
La stampa e le TV nazionali non hanno dato rilievo a tale episodio che, a mio avviso, è significativo della direzione nella quale si avviano i nostri centri urbani e l’Italia tutta.
Quale lo scopo di tale colpevole silenzio, per sottovalutazione del fenomeno, per non creare allarmismi, per non stimolare fenomeni di contrapposizione razziale o più semplicemente per mettere la testa sotto la sabbia?
Qualcuno afferma che noi siamo impotenti di fronte al flusso migratorio che ci investe, per la posizione che l’Italia occupa nel mediterraneo e che ci rende attrattivi agli occhi dei clandestini e dei trafficanti di esseri umani.
Ma l’attrattiva principale non è la posizione bensì il tipo di accoglienza che noi offriamo.
Anche la Spagna e la Grecia hanno posizioni geografiche che permettono tragitti in mare più brevi, Ma loro non accolgono come noi.
Quando giunge in Italia un clandestino riceve vitto, alloggio, assistenza sanitaria e soldi per i due anni che mediamente occorrono per accertare la autentica provenienza geografica rispetto a quella falsa dichiarata all’arrivo.
Falsa dichiarazione che non comporta sanzione alcuna.
Statisticamente, al termine dei due anni di difficili verifiche ed accertamenti con nazioni africane o asiatiche restie a fornire informazioni, il 6% riceve il permesso di soggiorno per averne diritto, al 35% viene regalato un permesso di soggiorno umanitario.  Tra questi i cosiddetti “minori non accompagnati”, uomini con sembianze giovanili di età indefinita e impossibile da accertare. Ai rimanenti viene concesso un generico  foglio di via.
Questi ultimi si appellano alla nostra magistratura, contro lo Stato Italiano che non gli ha concesso il permesso di soggiorno e ottengono un avvocato di ufficio gratuito ( come siamo buoni! ) e poi, conseguentemente, altri due anni di vitto, alloggio e assistenza sanitaria in attesa della sentenza del giudice che spesso è loro favorevole ( sempre più buoni! ).
Questa è l’accoglienza che ci rende attrattivi.

Sottacendo agli Italiani le avvisaglie di ciò che avverrà, silenziosamente, si prepara per i nostri discendenti, figli e nipoti, un futuro da stranieri in casa nostra. O la possibilità concreta che si compia un nuovo e tragico esodo di Italiani dalle terre di frontiera orientale in fuga verso il continente, Irrimediabilmente!