Dalle tende di fortuna del campo profughi arriva l’eco di parole che nessuno dovrebbe mai pronunciare: “Ora in silenzio aspettiamo solo di morire”.
È la voce strozzata di un popolo abbandonato, bombardato, ridotto alla fame e al terrore.
Mentre la comunità internazionale gira lo sguardo, i potenti della terra tacciono o si schierano, complici del massacro. Le istituzioni si lavano le mani. I media riducono tutto a cronaca da contorno.
Ma questa non è politica. È genocidio.
Una civiltà che assiste inerme alla distruzione sistematica di un popolo, ha perso l’anima.
Serve la voce dei giusti. Serve la giustizia di Dio. E serve ora.