Poche ore dopo l’appello di Papa Leone XIV per un cessate il fuoco immediato e l’apertura di corridoi umanitari, il cielo di Gaza è tornato a oscurarsi. Un raid israeliano ha colpito il campo profughi di Jabalia, provocando almeno 45 morti, tra cui donne e bambini.
Una risposta brutale al Vangelo della Pace.
Le immagini dal campo mostrano corpi sbriciolati, volti impolverati e mani che scavano tra le macerie. Scene che non indignano più nessuno. Il messaggio del Papa – “Non possiamo ignorare la sofferenza del popolo palestinese” – è rimasto sospeso nel vuoto.
Il premier Netanyahu tira dritto.
Nessuna dichiarazione pubblica, solo bombe.
La ferocia è diventata linguaggio politico.
CampoSud lo dice da tempo: senza giustizia non c’è pace, senza verità non c’è futuro.
E intanto, i governi si voltano dall’altra parte e a Gaza si continua a morire.
Chi potrà guardare negli occhi i sopravvissuti?