“CAMPANI IN CAMPANA!” L’ultimo monito del fratacchione De Luca

Campani, in campana!
L’adunata è convocata il giorno ventotto del mese di ottobre, venerdì – che non è sabato! – presso piazza Matteotti – che per i napoletani è e rimarrà sempre PP, Pd…P, Piazza della Posta Centrale insomma, alle ore 16. Ritieniti precettato!”.
Non è il solenne proclama di una delle tante manifestazioni per il centenario della marcia su Roma che, organizzata dai reDUCI fino ai nostalgici, stanno facendo sbarellare la parte dem di quello che fu il Bel Paese già (e mai più?) Nazione, ma la nuova trovata dello “sceriffo” di palazzo Santa Lucia che, deposto il lanciafiamme d’ordinanza, imbraccia la bandierina arcobalenata profondendo echi petalosi di amore universale.
Che De Luca sia un personaggio sui generis – forse anche troppo – è cosa nota e certa a tutti. Che sia la serpe in seno al partito che non è ancora “suo” e che suo potrebbe diventarlo, dopo la probabile presentazione della candidatura alla segreteria nazionale.
Certo, è assai curioso e particolarmente singolare che De Luca lanci la “sua” operaZione specïale (da leggersi con tanto di dïeresi deluchïana) in terra partenopea, quando il partito a cui appartiene – che manco voleva candidarlo per il secondo mandato – si scapicolla urbi et orbi, a sordi e tordi, per essere un fiero sostenitore dell’invio di armi all’Ucraina, un ferreo avversario di Putin il russo – sic! – e un adulatore disarmante di quel comico che danza nudo con solo i tacchi a spillo e che suona il pianoforte con il “gioiello”, messo a presiedere il Palazzo Mariyinsky di Kiev.
Andrebbe, il buon De Luca – e non è un fatto singolare – contro la linea del partito più partito che c’è.
È LVI o non è più lui l’asseggiolato sullo scranno più alto di Palazzo Santa LVCIA (vedi Tu che ce tocca ‘e vedè!) che, tra lanciafiamme quale gratuito omaggio alle feste di laurea, incursioni ai runner in corsa solitaria sull’amena e salubre riva del mare, al posto del rilassante suono della risacca, fiero invocatore della riapertura di manicomi, per due anni e oltre, visto che ancora continua, dà(va) la caccia al campano dissenziente?
Vicienzo, padre di Pierino l’eletto (e confermato da papà), ha sette vite come i gatti (e pure sette facce non da gatto, stavolta), è capace di (re)inventarsi ad libitum, una ne pensa e cento ne fa e, allora, lancia la “sua” manifestazione contro la guerra, scevra da analisi e dietrologie. Non si scenderà nei particolari – assicura il Governatore – ma chiediamo solo l’immediato cessate il fuoco.
Che sarebbe anche cosa buona, giusta e sacrosanta, ma si potrebbe spiegare al De Luca che fare cessare i cannoni non vuol dire certo non farsi la guerra – do you remember the “guerra fredda, Vicie’? – così come non è sufficiente e soprattutto duraturo dire “fatela finita e fate la pace” per vivere d’amore & d’accordo, se prima l’accordo non lo si trova? Magari pure con amore.
Il perché una simile richiesta venga da Napoli – che è la San Pietroburgo d’Italia nella misura in cui Mosca è la terza Roma – resta un mistero: forse perché De Luca ha dovuto organizzarsi una manifestazione tutta “sua” perché da altri organizzatori di una simile esternazione, ben più simbolica e decisamente meglio organizzata di una cosa a metà fra un sit-in statico e un flash mob improvvisato, con un corteo che si snoderà dall’Ambasciata americana a quella russa, si è alzato alto il grido a non intestarsi battaglie non proprie e in netta controtendenza con ciò che persino in campagna elettorale è stato predicato, sponsorizzato e di cui il partito di appartenenza si è persino inorgoglito?
Ignora o finge di ignorare l’onorevole petizione popolare nazionale cui è seguita una altrettanto tavola rotonda a Roma indetta dall’on. Gianni Alemanno? E in tempi e temi di campagna elettorale!
Davvero Vicienzo crede che la guerra sia tra Russia e Ucraina? Davvero crede che, dicendosi solidale con quella massiccia rappresentanza della comunità ucraina (silenzio totale verso i russi, ignoranza -nel senso di dimenticanza – completa verso di loro) presente a Napoli, possa andare a dire a Putin e a Zelensky (leggasi Bidenich) di mettere fiori nei loro cannoni? Solo crisantemi rischia di raccogliere! Che, considerate le capacità rigeneratrici del De Luca, ci propinerebbe come freschi in vista del 1 di novembre! Per poi autocelebrarsi “santo” (sùbito e subìto: “abbundandis ad abbundandum”) il giorno immediatamente successivo.
Una volta i partiti – oggi dipartiti – riversavano, anche a proprie spese, la gente in piazza solamente per contarsi: un’immagine d’altri tempi? Sì, no, forse.
Si è appena votato e non ci sono elezioni in vista! Eccetto quelle per la segreteria del PD e quelle per il terzo mandato alla regione Campania, previo un paio di aggiustamenti di giunta, volgarmente detti rimpasti, utili allo scopo.
Che c’entra tutto questo con la guerra in Ucraina? Lo scopriremo dal 28 ottobre in… Avanti!

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