ANCORA UN INTERVENTO SUL TEMA DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO.

La riflessione di un nostro lettore sulle morti sul lavoro merita un approfondimento. Non dobbiamo , come fa notare Gianni Gionfrida, limitarci ad un triste elenco di nomi e di dati. Occorre mobilitarsi perché i numeri di morti non si riducano ad amare statistiche. Per non parlare degli incidenti che non hanno effetti letali e che spesso ormai non fanno neanche notizia.
Intanto dobbiamo domandarci cosa c’è che non funziona .
Eppure la legislazione sulla sicurezza del lavoro ha avuto negli anni una continua evoluzione.
Per trovare le prime leggi sull’argomento dobbiamo risalire agli anni cinquanta.
Due DPR , il 547 del ‘55 ed il 303 del ‘56 , dettarono norme per la prevenzione degli infortuni.
Successivamente con lo Statuto dei Lavoratori si stabilì che “i lavoratori, mediante loro rappresentanti, hanno diritto di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni”.
Con la legge 626 poi, del 1994, furono introdotti sia l’obbligo della valutazione del rischio da parte del datore di lavoro sia la nomina del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza.
Ulteriore evoluzione della normativa avveniva poi col DL 81 del 2008
Perché abbiamo voluto elencare, sia pure per sommi capi, la legislazione sulla sicurezza e la sua continua evoluzione nel tempo?
Perché con ciò abbiamo voluto dimostrare che le leggi ci sono, come ci sono le sanzioni per chi non le applica.
Allora? Cosa non funziona?
Non funziona il rispetto delle norme da parte dei datori di lavoro. Ma non funzionano soprattutto i controlli.
Dove sono quegli uffici e quei funzionari che dovrebbero vigilare? Quali e quante ispezioni vengono fatte? I casi più eclatanti si manifestano sui cantieri dell’edilizia dove mancano spesso le più elementari protezioni, come per esempio i caschi.
A questo punto , oltre alla domanda sulla mancanza dei controlli, motivata dalla insufficienza di personale, dobbiamo domandarci cosa fanno i sindacati dei lavoratori. Complicità? Disinteresse? Abulia?
Intanto si muore con un ritmo impressionante.
È il momento di dire Basta!
È il momento di denunciare chi non rispetta le regole per risparmiare.
È il caso di denunciare per omissione di atti d’ufficio chi non controlla.
Elio Fusco