sabato, Dicembre 14, 2024
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A volte ritornano: De Mita e Pomicino vogliono ricostruire la DC

L’intramontabile Ciriaco De Mita fa sul serio e si pone a guida del progetto pilota per il futuro, ma con lo sguardo rivolto al passato. E perché il progetto possa funzionare si affida ad un coetaneo navigato: nientedimeno che Paolo Cirino Pomicino.

Riuniti nell’hotel Sakura di Castellammare di Stabia, i due ex democristiani (anche se come dice Cirino Pomicino “democristiani lo si è per sempre”) tentano di rifondare la nuova Dc con il preciso obiettivo di essere già presenti nelle piazze per le prossime elezioni Regionali in Campania.

Un movimento nuovo, forse addirittura un partito che punti a riappropriarsi di quell’elettorato rimasto orfano dei valori dello scudo crociato che non ha trovato seguito né successori. Una formazione moderata, centrista, ancorata nel popolarismo capace di passare il testimone “dai padri ai figli di” e che attecchisca innanzitutto proprio in Campania, terra fertile di “una pluralità di intelligenze che può dare vita a questo soggetto politico e perché nella nostra regione è forte il desiderio di recuperare tale memoria storica” come ammette il Sindaco di Nusco (AV).

Memoria storica che affonda le radici in personaggi come don Luigi Sturzo, storico fondatore del partito dallo scudo crociato, chiedendosi “cosa avrebbe fatto oggi, come si sarebbe comportato davanti ai problemi di oggi”.

“La verità – come diceva Bacone – è figlia del tempo” e don Sturzo non è sopravvissuto ai tempi (e ai problemi) della Prima Repubblica: a sostenerlo sono due quasi centenari (Ciriaco De Mita 91 anni e Cirino Pomicino 80) che tra le (poche) cose certe vedono senz’altro “quella di capire chi è cresciuto mentre alla Farnesina sedeva gente come Alcide De Gasperi, Pietro Nenni, Amintore Fanfani, Gaetano Martino, Aldo Moro, Giuseppe Saragat, Giulio Andreotti e oggi fa fatica a vedere nei panni di ministro degli Esteri chi confonde il Cile con il Venezuela”. Quindi anche i “demitiani” ed i (neo) democratici cristiani si pongono come antitesi e avversari della formazione grillina, sempre più sola ed isolata anche da quel Pd compagno di ventura ovunque, eccetto (o non ancora) in Campania.

Un’idea che è più di un progetto destinato a non rimanere un “affare” soltanto locale se si pensa che, prima che i “big” si dessero appuntamento al Sakura, il 14 ottobre scorso, si erano incontrati già al teatro Carlo Gesualdo di Avellino in occasione dell’inaugurazione della Fondazione Fiorentino Sullo a 100 anni dalla nascita del deputato della Dc, organizzata dal (quasi ex) forzista Gianfranco Rotondi. In tale occasione, proprio il deputato irpino aveva auspicato per il nuovo soggetto politico il compito orientare i cristiani, rappresentare i laici democratici, i liberali e i riformisti spingendoli all’impegno nelle istituzioni e incarnando l’alternativa alla Destra verso cui vede impossibile ogni dialogo. Disegno palesato alla fine di una lectio magistralis tenuta nientemeno che dal premier Giuseppe Conte nella cui persona proprio Rotondi vede l’”uomo giusto”, non facendo mistero di aver più volte indicato proprio Conte come Premier, votando(gli) sempre la fiducia. Quella fiducia che sembra essere costantemente compromessa nonostante provenga da due forze politiche che hanno tutto l’interesse alla comune sopravvivenza ed in cui il professore di Volturara non sembra trovare spazio: se in fase di costituzione del Conte bis il pd diceva di non volergli confermare l’incarico, l’etichetta pentastellata è stata chiaramente rifiutata dall’inquilino di Palazzo Chigi.

Il Presidente che – secondo indiscrezioni – ha avuto più incontri (privati) con la figlia di Alcide de Gasperi durante i quali, come ha raccontato la stessa Maria Romana, “si è limitato ad ascoltare e a prendere appunti”; nel pomeriggio della sua visita in Irpina, terra di democristiani da sempre (e forse per sempre) ha tenuto a battesimo il progetto “Borgo 4.0 – dalla tecnologia sostenibile a un nuovo umanesimo – “e dove ha ricevuto il saluto (e la benedizione) dei padroni di casa (democristiani della prima ora) Ciriaco De Mita, Presidente del Consiglio per la Dc già Presidente della Bicamerale per le Riforme Costituzionali, oltre a quello di esponenti regionali della tradizione democratica-cristiana e popolare Gerardo Bianco, Nicola Mancino, Giuseppe Gargani, Ortensio Zecchino, Enzo De Luca, Mario Sena.

Un altro passo verso quella Dc scomparsa e che starebbe tracciando nuovamente la via (già battuta dai veterani) – anche per Conte -​ da seguire qualora decidesse di intraprendere un “suo” percorso politico, che forse insiste sulla stessa via percorsa dallo scudo crociato per cui non è stato trovato un degno successore e rappresentante. O almeno non ancora.

Un vero banco di prova l’imminente corsa a Palazzo Santa Lucia inserita in un progetto di più ampio respiro che punti direttamente ai palazzi romani. Che potrebbero essere non troppo distanti, nemmeno in termini temporali (o almeno si spera): e se dovessero togliere il voto ai sessantenni?

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