DE LUCA UNO E TRINO : della serie, due mandati non mi bastano più!!

Uno, due e… te. No, non è una conseguenza del meriggiare pallido e assorto di questa rovente estate virale, nessun effetto di una qualche botta di calore, ma l’ultimo sogno deluchiano, vaneggiato, coltivato e addirittura reso pubblico!
Il presidente della Giunta Regionale della Campania Vincenzo De Luca, direttamente dallo scranno di Palazzo Santa Lucia dove ha sede il “suo” personale megafono col gonfalone, ha reso noto di pensare alla possibilità di un terzo mandato alla guida della regione più importante del Mezzogiorno. Ma come, se esiste il vincolo di mandato? La soluzione è semplice: se la legge per i nemici si applica e per gli amici si interpreta, per se stesso si cambia addirittura!  Ad personam, per dirla con un linguaggio finora utilizzato  dagli stessi soggetti per detestare, riconvertito in per restare.
“E sì – ammette candidamente (e pure senza vergogna) il governatore col lanciafiamme – non facciamo né più né meno di ciò che già avviene in Veneto e in altre regioni”. Proprio lui? Colui che si ergeva a paladino per il resto della Nazione, il modello di cui si poteva e si doveva solo essere e-muli, quello che era nato per tracciare e illuminare la strada agli altri, adesso sostiene di copiare da quel nord a lui tanto inviso? Sì, proprio lui : carne, spirito ed ossa. Gli interessi prima di tutto. E se c’è la possibilità di guadagnare – in senso lato, ma anche no – chi se ne frega di idee e principi, di morale e di valori: copiamo! E che terzo mandato sia!
Ma la gente, il popolo, gli elettori cosa diranno? Nulla! Saranno contenti di ridare la fiducia a chi col covid, pandemia mortale, è risorto (politicamente)? Non potranno dire nulla loro, perché l’elezione del Presidente della Giunta Regionale spetterà poi all’assemblea, in questo caso al consiglio regionale. E con diciannove liste a lui collegate, una sanità, di cui egli riveste la carica di Commissario Straordinario di Governo, completamente deluchizzata, concorsi e promozioni ad hoc, chiamate per direttissima conoscenza e riconoscenza (De Mita jr. è solo l’ultimo dei casi ecla-tanti) a cosa servirebbe più l’elettore e il suo voto? Uno vale uno! Ma mica uno qualunque. Questa è l’Italia del vincolo dei due mandati di cui il primo è quello zero che non si conta! E lo sceriffo in quanto a contare è uno specialista: pensiamo ai posti letto in degenza e terapia intensiva, tanto per rimanere nella stretta attualità: i posti lievitavano di giorno in giorno, Vicienzo quotidianamente compiva “mira-culi” non sottraendosi al proselitismo urbi et orbi, ma chi orbo (e De Luca) non è, si accorgeva che il miracolo sciorinato avveniva cambiando solo le parole. Perché a questo ormai è stata ridotta l’arte sacra della politica: a parole, a chiacchiere, a pura demagogia da perenne campagna elettorale.
Così, mentre i campani rischia(va)no di non campare col covid, lo sceriffo si divertiva a tramutare i posti letto da attivati in attivabili, da disponibili in ipotetici. Una truffa! Consumata sulla pelle dei cittadini, dei contribuenti, dei cristiani tutti. Un atto di sciacallaggio puro. Nei confronti del popolo e in beffa alle Istituzioni Alle quali non rimaneva che affibbiare i colori della contagiosità delle diverse regioni, come bimbi che giocano con i gessetti colorati reggendo il gioco – in tanti casi giogo – a De Luca. Si proprio lui, divenuto nel mentre maschera e macchietta di se stesso. Recitando la nenia di colui che é scontento per il colore non gradito. E continua(va) con ogni mezzo a beffarsi dei cittadini inasprendo le misure restrittive per il bene comune, ma che in realtà erano solo tranelli per evitare, se la situazione fosse precipitata o precipitasse, di far venire a galla i tanti imbrogli “operati” in (e ai danni di) quella sanità “straordinariamente” amministrata che, in realtà, ha più buchi di un colapasta. E che finisce per rappresentare il vero pericolo per i malati. Quel comparto distrutto in nome del profitto e che, se anche ci fosse stato un qualcuno che, pur lucrando, avesse tenuto a cuore la salute pubblica, avrebbe potuto rilanciare davvero la Campania, creando infrastrutture, assumendo personale, creando occasioni concrete per uno sviluppo decente e possibile. E invece no! La Sanità Campana vive solo di indagini delle Procure, la Guardia di Finanza sale e scende dai palazzi delle ASL, le gare d’appalto sono più fasulle e truccate di sempre !! Purtroppo tutto ciò non è stato capito dal 70% dei campani o si finge di non capire.
Si pensa in grande, dunque, in Regione, idee e progetti a lungo termine, tanto che non basta pensare a far bene in questo quinquennio, le cui premesse dei cinque anni precedenti non sono delle migliori, ma addirittura si pensa di qui a dieci anni. “Tanto la salute c’è” ha detto Vicienzo. Tuttavia e per prudenza “la modifica allo statuto meglio farla già entro l’anno”. Un terzo mandato, dunque, per continuare ad operare miracoli, da sanità a santità, cosicché poi dovremmo sentirci spacciare anche il panegirico del Presidente uno e trino. Secondo lui. Di vedere triplicati i danni secondo “gli altri” , in vero sempre più numerosi, ma altrettanto impauriti dallo strapotere minaccioso del Gran Capo salernitano.