Un Papa rosso, pezzotto e a 5 Stelle: ma no, non è Francesco !!

Cosa spinge un quotidiano di approfondimento, prevalentemente politico come Campo Sud, ad occuparsi di papa Francesco? Semplice, il Papa stesso.
Ve lo ricordate Jorge Mario Bergoglio quando ci venne presentato subito dopo il suo “Buonasera”?
Il papa col biglietto di ritorno già in tasca, quasi un grillino ante litteram col vincolo di mandato zero. Populista, popolano, avverso alla scorta e ai formalismi, alle etichette e ai cliché. Il Papa venuto dalla fine del mondo e che, ultimamente, con i suoi atteggiamenti sembra proprio cagionarla.
Inutile quanto dannoso, benché ognuno è unico e irripetibile. Faceva nutrire la speranza nei cattolici che potesse proseguire nell’opera pastorale iniziata dai suoi predecessori. E invece, altro che Woytila e l’impegno per la caduta del Muro, per la pace fra i popoli. Altro che Ratzinger che troppo voleva sapere e far sapere. E la sua ultima enciclica – “Fratelli tutti” – non è ancora stata resa ufficialmente nota che già ha suscitato un vespaio di polemiche. Visto che i fratelli in questione sembrano essere non già i poveri, i diseredati, gli ammalati, i senza dimora, gli oppressi di ogni latitudine e di ogni colore della pelle. Senza distinzione alcuna. Ma no. Manco a dirlo, per il Gesuita Argentino i fratelli sono esclusivamente i migranti clandestini, vero chiodo fisso di Bergoglio.
Gli stessi migranti che il Papa ha voluto omaggiare con la novella barcaccia, una scultura in ferro ubicata davanti al colonnato del Bernini che, al di là del gusto dell’opera che non si discute, non si intona, se non è proprio fuori luogo con il contesto artistico della piazza di Città del Vaticano. Il messaggio… una vera croce.
Quei migranti ricordati l’ultima volta la scorsa domenica nella miliardesima Giornata dell’Anno Domini in corso e non ancora concluso, a loro dedicata che, come tutte quelle dedicate a qualcosa, non serve proprio a niente e che sembra infastidire un numero sempre maggiore di fedeli che sente questo Papa distante dal Cattolicesimo e dai Cattolici. Tanto che alcuni noti vaticanisti hanno addirittura messo in discussione la validità della sua nomina, a partire dalla sede vacante mai proclamata e condizione essenziale per dare corso alla nuova elezione.
Più di qualche sospetto sembra aver dato anche il fatto che Francesco non si sia mai definito Papa, ma solo Vescovo di Roma. Ma volendo lasciare da parte questi tecnicismi, Jorge Mario, dallo schiaffo e la strattonata alla cittadina cinese in Piazza San Pietro a Capodanno, sta facendo parlare di sé un giorno sì e l’altro pure.
Ha fatto sapere che non avrebbe ricevuto il Segretario di Stato degli Stai Uniti Mike Pompeo perché Sua Santità non riceve personalità politiche impegnate in campagna elettorale – ma da quando? – per non dare adito a fantomatici schieramenti e farlocche sponsorizzazioni. Dimenticando, però, che solo alle scorse elezioni, praticamente tutti i (suoi) politici hanno ricevuto la sua benedizione: da Giuseppe Conte a Matteo Renzi, da Casini a Zingaretti e persino la “pompista” Emma Bonino premiata con tanto di elogio. Per cosa non si sa.
Tutti, eccetto Matteo Salvini, unico destinatario del gran rifiuto.
Ma Jorge Mario non ha trovato tempo – e chissà perché – nemmeno per ricevere il cardinale cinese Joseph Zen che candidato non è e che nonostante la veneranda età di 90 anni, su espressa chiamata proprio del suo “capo”, ha volato da Hong Kong in Vaticano per perorare la causa della Chiesa cinese contro i tiranni comunisti di Pechino. Un calvario quello del prelato dagli occhi a mandorla durato ben quattro giorni. Un tempo non sufficiente a quanto pare per espiare la “colpa” della inopportuna opposizione alla nomina di Peter Choi alla soglia vescovile di Hong Kong. Uomo vicino al presidente Xi Jinping e quindi, secondo il prelato ( ma non solo lui) pericoloso per le sorti del mondo cattolico cinese.
Ma i dittatori comunisti, almeno per quanto riguarda Bergoglio, non sono poi tutto questo male. Visto che, sempre in questi giorni, dopo che il Paese del Dragone ha provveduto a rimpinguare le casse vaticane impoverite, nel nostro Paese dal crollo dell’8X1000 determinato dal lockdown, si é saputo del “sacco Vaticano”: un ammanco di 20 milioni di Euro per l’acquisto di un immobile di lusso a Londra. Una operazione a più mani, tra cui anche quelle del “benedetto” Giuseppe Conte che dal soglio di Pietro oggi siede a Palazzo Chigi.
Svuotato anche l’Obolo di San Pietro ovvero il fondo destinato alla carità. Prosciugato per mezzo milione anche il conto personale del Papa. Che dovrebbe fare notizia. Forse più di tutte. Come è possibile che un Papa abbia un conto proprio? Come è possibile che un Papa che predica semplicità e povertà abbia un conto con più di mezzo milione a sua disposizione? Ancora peggio se quel papa si chiama Francesco! Che rifugge il lusso e disdegna le comodità e i privilegi riservati al Sommo Pontefice. A partire dalla croce aurea che porta al collo (e oggetto di sorprendenti interpretazioni) per arrivare all’anello piscatorio passando per la sede del suo apostolato.
In principio fu grande l’operazione di immagine sull’attuale Papa che, però, adesso potrebbe ritorcersi contro. Una sorta di contrappasso del terzo millennio. L’epoca che ci ha fatto vedere un Papa che teme la morte e che spera nel vaccino per la salvezza, che non disdegna di baciare i piedi agli Imam, che definisce Gesù “brutto, sporco e cattivo”, che mette in dubbio persino il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria, che ama lo spread, che predica che Dio è migrante e Satana un sovranista.
Sarà un caso, ma proprio nel giorno della visita in Vaticano di Mike Pompeo, i conti correnti papali e del Vaticano sono stati bloccati. Nessuna possibilità di inviare e ricevere denaro da e verso il Vaticano con il classico vaglia internazionale. Quindi il denaro della Santa Sede può circolare solo entro le proprie mura. Non è spicciola dietrologia o fantasioso complottismo: il PDF del foglio informativo è disponibile anche sul web, nella sezione trasparenza bancaria di Poste.
Qualcosa sta succedendo, ma al Governo la chiamano ancora Via della Seta. Un tappeto porporato “rosso-cardinale” a cinque stelle per meglio scivolare verso oriente, verso un nuovo padrone cui si deve obbedienza e riconoscenza a danno di fedeli e fedelissimi traditi. Un nuovo battesimo a partire dal cognome, da Bergoglio ad un (più giusto) papa Badoglio che se non è una scadente imitazione, non è, altresì, neanche il Vicario di Cristo in Terra. Quello che abbiamo visto non può essere il Papa della Cristianità. No, non è Francesco!