“Cura Italia”: il dramma nazionale richiederebbe interventi più vasti

E così, dopo lunghi ed estenuanti tentennamenti e ben sette Decreti Legislativi approvati a ripetizione e in maniera convulsa e approssimativa negli ultimi 15 giorni, la “navicella” del Governo è giunta in porto con il suo “carico” da 25 miliardi di Euro, destinati a fronteggiare la terribile epidemia di CORONAVIRUS e i suoi effetti devastanti sulla nostra salute e sull’economia del Paese.
Settimana dopo settimana, duramente incalzati da una opposizione parlamentare finalmente più coesa e univoca che ha sempre richiesto a gran voce e con determinazione provvedimenti immediati per oltre 30 milioni di Euro, il Governo Conte 2 si è “piegato” alla drammatica realtà e ha approvato il Decreto “CURA ITALIA” per complessivi 25 Miliardi di Euro, salvo ulteriori ripensamenti e sforamenti già annunziati per il prossimo mese di Aprile. O forse anche prima! A dimostrazione della inconsistenza delle risorse fin qui impegnate, rispetto a un dramma nazionale che richiederebbe interventi di più vasta portata.
Un risultato significativo, tuttavia, quello incassato dalle opposizioni di Centro-Destra che solo agli albori della crisi vedevano il Presidente del Consiglio, i Ministri Economici e l’esangue Ministro della Salute (sich!) cocciutamente arroccati a difendere la proposta confezionata dall’Esecutivo di impegnare non più di 4,5 Miliardi di Euro, ritenuti più che sufficienti a fronteggiare una “belva famelica” come l’epidemia di COVID 19, che aveva già messo in ginocchio la Cina e gran parte dei Paesi del sud est asiatico. E che solo oggi, a distanza di poco più di 15 giorni, si è pericolosamente e repentinamente propagata in oltre 50 stati di ogni parte del globo terrestre.
Incapacità, ignoranza, supponenza e delirio di onnipotenza di una classe politica governante che sta “dando il meglio di se” in questa occasione tragica ed esasperante. Come si è potuto, ad esempio, sottovalutare le condizioni catastrofiche della Sanità italiana in termini di inadeguatezza dell’edilizia ospedaliera e dei suoi presidi sul territorio, sopravvissuti alle robuste cure dimagranti disposte da governi miopi e cialtroni negli ultimi 10 anni? Come può essere affrontata questa guerra con il più subdolo dei virus, con centinaia di ospedali dismessi e il risultato conseguente di diverse migliaia di posti letto tagliati inopinatamente e colposamente su tutto il territorio nazionale, con particolare riferimento alle Regioni del Centro-Sud a seguito del deficit di bilancio certificato per le Regioni Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e chi più ne ha più ne metta? Come è possibile tentare di arginare un virus così virulento con un Servizio Sanitario Nazionale che, sarà pure riconosciuto tra i migliori al mondo, ma che affronta una epidemia con le armi spuntate di un organico sottodimensionato che sopporta oltre 20 anni di mancate assunzioni di medici, infermieri e personale tecnico-sanitario, oggi indispensabili più dello stesso ossigeno terapeutico per i nostri ammalati?
Come è possibile, in piena emergenza sanitaria, lasciare senza adeguati presidi di protezione i nostri medici e tutto il personale dei pronto soccorso, delle Terapie intensive e rianimazione, dei reparti di malattie infettive dei nostri Ospedali? Come è possibile che le strutture ospedaliere, per quanto numericamente insufficienti, siano prive o fortemente carenti di respiratori meccanici, necessari per la sopravvivenza degli ammalati di coronavirus ed altre gravi patologie?
Come è possibile che uno dei paesi tra i più industrializzati del mondo non riesca autonomamente a convertire una parte del sistema produttivo nazionale per far fronte alle esigenze prioritarie della sanità pubblica? Perché ci si ostina e si perde tempo prezioso nell’acquisto in altri Paesi delle tute da lavoro, mascherine e respiratori necessari e adeguati alle attività di assistenza dei nostri operatori sanitari? E ciò soprattutto quando appare ormai chiaro a tutti che i paesi fornitori riservano queste attrezzature sanitarie per le proprie necessità di contrasto dell’epidemia, ormai divenuta pandemia. Basterebbe riflettere sul recente rifiuto di Francia, Germania e Turchia che sono arrivati al punto di respingere ordini di acquisto già liquidati dal Governo Italiano. O peggio ancora come il furto di materiale sanitario spedito in Italia via aerea dal governo Cinese per i nostri ospedali in grave sofferenza, sequestrato proditoriamente nel corso di uno scalo tecnico in un aeroporto della Repubblica Ceca. Una grande Europa solidale, non c’è alcun dubbio !!! E come tacere il vergognoso e demenziale tentativo di “autorevoli” esponenti di governo e Leaders dei partiti di maggioranza di far passare e diffondere dichiarazioni rassicuranti sulla scarsa virulenza del Coronavirus, paragonandone gli effetti alle più note e ricorrenti epidemie influenzali dei nostri mesi invernali. Dichiarazioni scellerate e senza alcun fondamento scientifico che hanno inopinatamente contribuito a diluire la percezione reale del pericolo e al conseguente propagarsi del contagio su vasta scala. Dichiarazioni troppo spesso avallate da un manipolo di presunti scienziati o esperti della materia, fortemente inclini alle riprese televisive, impegnati a gettare acqua sul fuoco e confermare le castronerie del governante di turno, piuttosto che impegnarsi sul fronte dei contagi o nella ricerca spasmodica di una terapia efficace per sconfiggere il morbo.
Questo il quadro desolante della nostra recente storia nazionale. Una storia fatta di tanto dolore. Quello delle famiglie che han perso tragicamente un congiunto. E che troppo spesso non conoscono neanche il luogo di sepoltura dei propri cari. Ma è anche la storia scritta giorno dopo giorno da tanti medici, infermieri e operatori sanitari che, in una situazione così tragica e per certi versi paradossale del nostro Servizio Sanitario Nazionale, sono capaci di supplire con capacità professionali uniche e indiscutibili, con una umanità non comune e con senso del dovere elevato sino al sacrificio della propria vita, alle criticità e alle distorsioni prodotte dalle politiche di depotenziamento e smobilitazione della Sanità Pubblica.
Un barlume di luce in tanta drammaticità e sofferenza ci è data dalla decisione (si spera non tardiva) della Commissione Europea di sospendere i vincoli stringenti di bilancio imposti ai Paesi membri dell’U.E. dal cosiddetto Patto di Stabilità. Questa decisione, in altri tempi e per altre circostanze pur rilevanti, praticamente mai assunta, consentirà ai singoli stati dell’U.E. colpiti dagli effetti della pandemia, di impegnare risorse eccezionali in campo sanitario per sostenere adeguatamente la lotta al coronavirus, nonché misure di soccorso e sostegno al reddito per cittadini e imprese danneggiati dall’evento morboso. Le prossime settimane ci diranno se il Governo avrà il coraggio e soprattutto la capacità di approfittare della favorevole opportunità offerta dalla Commissione Europea per uscire dalla crisi e avviare una ricostruzione autentica e profonda del nostro Paese.