La festa dei Peppini

La nostra città in questi giorni ospita un nuovo festival: quello dei Peppini. Ora sarà per difetti organizzativi o per qualche altra oscura ragione è accaduto che, nonostante le iscrizioni fossero aperte a tutti i peppini che lo avessero voluto, solo due sono state le iscrizioni pervenute: un grillo preoccupato ed un conte decaduto, all’anagrafe peppini. Il loro canto attesa da una platea curiosa non è apparso libero, le loro voci tradivano pensieri di vergogna perché consapevoli di fare percepire la loro indicibile preoccupazione.

In realtà il Conte sa che il suo avvenire è in mani altrui ed il Grillo forse è ancora tramortito dalla brutta storia di un figlio che pare coinvolto in vicende di droga e alcol e violenza carnale insieme ad amici vacanzieri.

Ora se ci ricordiamo che il PD grazie a Lotti ed a qualche altro di renziana memoria è incappato in un’accusa di complotto per la nomina dei procuratori capi della Repubblica c’è da chiedersi in quali mani siano finiti i poveri peppini: l’uno in quelle dell’amico tifoso americano e l’altro nel non meno affettuoso amico sinistro. Ma la folla pietosa ha innalzato il suo canto libero, “sereno è” con parole e musica di Matteo Renzi: “andante allegro ma non troppo”. Ballata tango.