Il punteruolo rosso e la desertificazione del verde in città

Questa estate ha riportato prepotentemente alla ribalta temi di natura ecologici e di tutela ambientale:

dalla discussione  sulle modalità e i tempi necessari per mettere al bando l’uso spropositato della plastica per alimenti, al divieto di fumo in spiaggia, al ben più grave dramma degli incendi devastanti e certamente dolosi della foresta amazzonica. Temi che sono rimbalzati sino ai tavoli dei governi dei paesi europei, alimentando polemiche ed evidenziando visioni distanti e spesso contrapposte tra forze politiche del nostro vecchio Continente.

In questa “querelle” arroventata dalla calura estiva, lascia stupiti (per eccesso di senso civico) la notizia pervenuta dalla Costa Azzurra, ove si è scatenata una autentica “guerra per bande” tra cittadini comuni e Amministratori  locali delle città Provenzali ( Nizza in primis), ove le meravigliose e caratteristiche palme africane vengono tutt’ora e inesorabilmente decimate con virulenza e velocità impressionante dal cosiddetto “punteruolo rosso”( che tanti danni ha prodotto alle palme delle nostre città negli ultimi anni).

Ma di che tipo di disputa si è trattato? Qual’ è il motivo del contrasto tra cittadini e Amministrazione civica? La risposta è nella terapia ritenuta troppo blanda, di natura biologica, che il Sindaco di Nizza ha deciso di adottare per tentare di salvare il maggior numero di palme “vampirizzate” dal coleottero di origine asiatica. Una terapia fondata sul rifiuto di utilizzare sostanze chimiche specifiche e che consiste nell’impiego di sole sostanze naturali quali larve degli stessi coleotteri, muschio di funghi e muffe naturali prelevate dalle vegetazioni di sottobosco.

“E’ come contrastare una polmonite con l’Aspirina” – sostengono i cittadini antagonisti del Sindaco, supportati da agronomi, biologi e cattedratici della materia, costituitisi in “Comitati civici di pressione”.     Il loro obiettivo è quello di convincere il Sindaco ad abbandonare la scelta ecologica e svoltare repentinamente su una terapia chimica a base di BENZOATO DI EMAMECTINA che risulterebbe oltremodo efficace e tempestivo nel contrasto al micidiale coleottero infestante.

Invero, negli ultimi due anni risultano essere state abbattute ben oltre 750 palme nella sola città di Nizza. E il morbo avanza tutt’ora inesorabile, senza che la terapia biologica (e per tanto ecologica) prescelta dal Signor CRISTHIAN ESTROSI, Primo cittadino di Nizza, riesca ad arginare la falcidiata di palme africane, simbolo riconosciuto della Costa Azzurra.

Due posizioni a confronto. Due diverse filosofie di approccio del problema. Una autentica disputa dai contorni “vagamente” politici che anima e contrappone “ecologisti oltranzisti” e “razionalisti pragmatici”. Gli uni e gli altri comunque uniti nel proposito di salvare le palme e, con esse, l’immagine e l’identità di città Mediterranea.

Quanto accade in Costa Azzurra in queste settimane non può che riportarci a quanto avvenuto negli ultimi 15 anni nella nostra città, a proposito di ”lotta senza quartiere” al punteruolo rosso e di coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte sulla conservazione e tutela del verde pubblico. Una lotta, la nostra, naturalmente perduta in partenza. Sgonfiatasi letteralmente senza colpo ferire con l’abbandono del campo di battaglia.

Nessun tentativo di “provare” una terapia di contrasto al famelico punteruolo rosso (ne di tipo biologico ne chimico) ma, piuttosto, un arrendevole fatalismo concretizzatosi nella sciagurata scelta di attendere l’evoluzione della “epidemia”. Questa la scelta delle Amministrazioni Comunali, dalla Iervolino in poi e questo lo scenario ancor oggi visibile e “godibile” delle aree verdi e dei giardini della città ove vi era presenza di palme africane. Il Viale di Augusto, l’esempio più eclatante di come Amministrazioni civiche imbelli e strafottenti possano trasformare un palmeto maestoso, vanto di un’intera città, in un cimitero di tronchi d’albero nudi e spettrali.

Eppure nella stessa città di esempi virtuosi almeno uno si è visto. E’ il caso della Mostra d’Oltremare che, con l’insorgere della problematica del punteruolo rosso, pose in essere immediatamente un progetto di salvaguardia del patrimonio arboreo dell’Ente, affidando la cura alle mani competenti dei ricercatori della Facoltà di Agraria della Federico II°. Potature sistematiche  delle palme; eliminazione immediata delle inflorescenze primaverili (i datteri delle palme, fortemente zuccherini e catalizzatori di insetti di ogni tipo) ; robuste e periodiche vaporizzazioni  di antiparassitari specifici di origine chimica, hanno salvato e tutt’ora salvaguardano le palme africane della Mostra d’Oltremare.  Nonostante la volatilità del punteruolo rosso e la grande vicinanza con il palmeto infestato di coleotteri del Viale di Augusto.

Grande rapidità negli interventi e la scelta di una efficace “terapia” di contrasto con  antiparassitari specifici, sono i consigli che ci sentiamo di rivolgere ai cugini d’Oltralpe, per salvare le palme della Costa Azzurra. Aspettando che il nostro primo cittadino si ricordi che anche Napoli è una città Mediterranea e che le palme, così come i pini, frettolosamente e recentemente abbattuti dalla sua Amministrazione Comunale, hanno sempre abbellito questa città, diventando icone riconosciute dell’immagine di Napoli nel mondo.

Con la speranza che qualcuno gli suggerisca di guardarsi intorno e scoprire lo scempio del verde cittadino compiuto in questi quasi 10 anni di suo indisturbato  e paralizzante  (non)  “governo della città”.