Niente libere elezioni: ce lo dice l’Europa

Il temporeggiare, dopo la prima fase di consultazioni, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato un esplicito invito, una speranza, l’ultimo strenuo tentativo di evitare il voto. Perché le elezioni le chiede Matteo Salvini e Salvini e la Lega le elezioni le vincerebbero. Non da meno, Salvini e la Lega a Palazzo Chigi sarebbero sgraditi all’Europa, la stessa Europa di Ursula Van der Leyen non votata da Salvini, ma sostenuta (in maniera decisiva) da 5 Stelle e Pd. Che debbono ob torto collo ricorrere anche all’impossibile affinché trovino un accordo per governare. O meglio, per non far governare Salvini.
Non è solo una questione di “simpatica – antipatia” del capo del Quirinale nei confronti del leader del Carroccio, ma lo “impone” la modifica della Costituzione apportata nel 2011, nel segno dell’Europa, dall’eurobbediente prof. Mario Monti, altro Premier mai votato. E Mattarella, oltre ad essere un Costituzionalista, è stato un manifesto sostenitore della composizione del governo Conte con espresso dovere di fedeltà al governo Ue.
Grazie agli articoli 81 e 97 della nostra Costituzione, poi, gli organi Ue sono difatti parte integrante del nostro indirizzo politico.
Per indire nuove elezioni, già oggi il Presidente Mattarella dovrebbe sciogliere le Camere, dunque dovranno trascorrere almeno 60 giorni per la prima data utile per il voto. Si arriverebbe così ad Ottobre, tempo di bilancio, tempo in cui il governo nazionale – per Costituzione- è subordinato alle direttive impartite dalla Ue. Dunque ogni decisione istituzionale deve essere improntata verso una soluzione che abbia almeno la fiducia di Bruxelles: inciuci, trattative, accordi vari sono solo messe in scena di contorno.
Mattarella ha l’arduo compito di coniugare questi “benedetti” articoli 87 e 91 per farli aderire il più possibile alla volontà di Bruxelles senza dimenticare il popolo italiano. Che in casa sua è comandato da altri con il proprio consenso.
Con buona pace di Salvini, che ha citato Cicerone in Senato: “La libertà non consiste nell’avere un padrone giusto, ma nel non averne alcuno”.
È lo scotto che paghiamo per la mancata attenta vigilanza delle classi dirigenti che si sono finora succedute affinché i trattati europei non permeassero troppo nel nostro dettato costituzionale fino a modificarlo. A stravolgerlo. Ad annullarlo. E che solo un personaggio scomodo e non governabile da Bruxelles (come Salvini) potrebbe porre rimedio. Lo stesso dettato costituzionale che al primo posto dei principi fondamentali recita “La sovranità appartiene al popolo che la esercita nei modi e nelle forme stabilite dalla Costitizione”. Ovvero attraverso le libere elezioni. Che sceglierebbero Salvini, volontà del popolo italiano, ma non del potere di Bruxelles.