Lo Svimez ci dice che a Sud siamo in piena recessione

Le recenti esperienze al commercio estero e la lettura dei dati numerici, sono preoccupanti per tutti noi e per i nostri figli.
Un Italia che va male con il sud che viaggia ancora peggio.
I numeri parlano chiaro. Giovani e laureati che si trasferiscono all’estero o al Nord, mentre al Sud il reddito di cittadinanza non ha sortito i già improbabili effetti sperati dai pentastellati.
Il Prodotto Interno Lordo del sud avrà un’ulteriore decrescita e produrrà povertà e disagio per la gente del sud.
In base alle previsioni Svimez, nel 2019, l’Italia farà registrare una sostanziale stagnazione, con il Pil del Centro-Nord allo +0,3% mentre al Sud e nelle isole saremo in piena recessione con un’industria che ha ormai rallentato ed i servizi che rasentano l’inesistenza.
La sfiducia crescente in una politica di sviluppo ha prodotto “il fuitavenne” dei giovani che si trasferiscono al Nord o in Europa, tanto che gli “emigrati” hanno superato il numero degli “immigrati”: i dati parlano chiaro e dicono che nel 2017 si deve contare un saldo negativo di oltre 700.00 unità.
Gaetano Salvemini nel suo viaggio in treno verso il nord, ascoltando due giovani che denigravano le terre incolte che osservavano dal finestrino, avrebbe detto ciò che ancora oggi sarebbe attuale: date al Sud le medesime possibilità della gente del Nord e queste terre diventeranno oro per tutti.
Ed è su questo terreno che si deve riflettere mentre si discute con troppa faciloneria di autonomie regionali.
Non disdegnando, viceversa, l’idea mai sopita che le Regioni così come sono oggi, hanno rappresentato una vera malattia per la rinascita del Sud e delle sue energie positive.
Lasciare partite circa due milioni di giovani dal Sud – come è accaduto negli ultimi cinque anni – impoverisce queste terre e annulla ogni proposito di rinascita.
Si parta da questi dati per costruire un futuro per i nostri giovani.
Cittadelle universitarie, campi sportivi, formazione e meritocrazia.
E più Europa dei popoli con il rispetto per le scelte di politica interna.
Ed infine, una buona Politica nel mediterraneo.
La stessa che Antonio Parlato affermava doversi concretizzare nel rapporto tra il Mezzogiorno ed il Mediterraneo, che partisse da Napoli per svilupparsi nell’intero Sud: solo da essa sarebbe stato possibile attendersi la crescita economica e sociale del meridione.